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Il Papa: per seguire Cristo occorre rifiutare la mentalità del mondo

Il nuovo beato Benedict Daswa |  | @cc Il nuovo beato Benedict Daswa | | @cc

“Mettersi alla sequela di Gesù significa prendere la propria croce, tutti l'abbiamo, per accompagnarlo nel suo cammino, un cammino scomodo che non è quello del successo o della gloria terrena, ma quello che conduce alla vera libertà, quella che ci libera dall’egoismo e dal peccato.” Papa Francesco ha commentato così prima della preghiera dell’ Angelus a mezzogiorno in Piazza San Pietro le letture della liturgia domanicale. “Si tratta- ha detto il Papa- di operare un netto rifiuto di quella mentalità mondana che pone il proprio “io” e i propri interessi al centro dell’esistenza. E quello non è quallo che Gesù vuole da noi, invece ci invita  perdere la propria vita per Cristo e il Vangelo, per riceverla rinnovata e autentica.”E il Papa ricorda di leggere ogni giorno un passo del Vangelo e ricevere i Sacramanti. Poi ai giovani chiede: "avete sentito la voglia di seguire Gesù più da vicino? Pregate e lasciate che Gesù vi parli."

Questa è stata proprio la strada che ha seguito Samuel Benedict Daswa da oggi beato per la Chiesa cattolica. Padre di famiglia sudafricano, venne ucciso nel 1990, appena 25 anni fa, per la sua fedeltà al Vangelo. Ricordandolo dopo la preghiera il Papa ha detto: “Nella sua vita dimostrò sempre grande coerenza, assumendo coraggiosamente atteggiamenti cristiani e rifiutando abitudini mondane e pagane. La sua testimonianza aiuti specialmente le famiglie a diffondere la verità e la carità di Cristo. La sua testimonianza si unisce a quella di tanti fratelli e sorelli perseguitati cacciati e uccisi perchè confessano Gesù Cristo. Ringraziamo la testimonianza di tutti questi martiri e chiediamo loro di intercedere per noi."

Benedict Daswa era un “Catechista diligente, insegnante premuroso, testimone del Vangelo fino all'effusione del sangue” scrive il Papa nel messaggio per la occasione della beatificazione  in Sudafrica, a Tohoyandou. “Tshimangadzo”, ovvero “meraviglia, miracolo”: era  il nome tradizionale di Benedict Daswa.  Nato in una famiglia non cristiana perde il padre da ragazzo e alleva i suoi fratelli , a 17 anni incontra Benedetto Risimati, catechista carismatico e riceve il battesimo, diventa maestro elementare e si sposa con Shadi Eveline Monyai, dalla quale ha 8 figli, aiuta la moglie nelle faccende domestiche e nella cura dei figli.

Dal 1980 al 1990, opera attivamente in parrocchia, aiutando il parroco, animando le funzioni liturgiche ed insegnando catechismo. Ma a gennaio del 1990  un nubifragio si abbatte sul villaggio e  capi-villaggio parlano di stregoneria Assoldano uno sciamano perché individui il responsabile del sortilegio e lo allontani dal villaggio. Benedict si oppone: “La mia fede mi impedisce di partecipare a questa caccia alle streghe”. Benedict diventa vittima di una imboscata, malmenato senza pietà, ustionato con acqua bollente e finito a colpi di pietra, prega ad alta voce fino all’ultimo respiro. Il suo martirio appare subito chiaro, il processo per la beatificazione avviene in tempi rapidi.

Il Papa ha anche salutato gli insegnanti precari venuti dalla Sardegna: "auspico che i problemi del mondo del lavoro siano affrontati tenendo concretamente conto della famiglia e delle sue esigenze."

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