Città del Vaticano , mercoledì, 20. maggio, 2020 9:46 (ACI Stampa).
“Dio, con la sua parola, chiama alla vita, ed ogni cosa accede all’esistenza. Con la parola, separa la luce dalle tenebre, alterna il giorno e la notte, avvicenda le stagioni, apre una tavolozza di colori con la varietà delle piante e degli animali. In questa foresta straripante che rapidamente sconfigge il caos, per ultimo appare l’uomo!”
Papa Francesco spiega cosi il mistero della creazione che è al centro della catechesi di oggi nella udienza che prosegue in diretta dalla Biblioteca del Palazzo apostolico.
“La bellezza e il mistero della Creazione generano nel cuore dell’uomo il primo moto che suscita la preghiera” dice il Papa e quindi “ la preghiera dell’uomo è strettamente legata con il sentimento dello stupore. La grandezza dell’uomo è infinitesimale se rapportata alle dimensioni dell’universo. Le sue più grandi conquiste sembrano ben poca cosa... Però l’uomo non è nulla. Nella preghiera si afferma prepotente un sentimento di misericordia. Niente esiste per caso: il segreto dell’universo sta in uno sguardo benevolo che qualcuno incrocia nei nostri occhi”.
E allora anche se “per natura siamo quasi nulla” è anche vero che “per vocazione siamo i figli del grande Re! È un’esperienza che molti di noi hanno fatto. Se la vicenda della vita, con tutte le sue amarezze, rischia talvolta di soffocare in noi il dono della preghiera, basta la contemplazione di un cielo stellato, di un tramonto, di un fiore..., per riaccendere la scintilla del ringraziamento”.
E proprio dal racconto della Creazione il popolo di Israele ritrova forza nelle difficoltà, perchè la preghiera apre la porta della speranza “perché gli uomini di preghiera custodiscono le verità basilari; sono quelli che ripetono, anzitutto a sé stessi e poi a tutti gli altri, che questa vita, nonostante tutte le sue fatiche e le sue prove, nonostante i suoi giorni difficili, è colma di una grazia per cui meravigliarsi”.