Città del Vaticano , sabato, 16. maggio, 2020 7:29 (ACI Stampa).
La mondanità una ermeneutica di vita, non è superficiale, ed è la ragione del martirio dei cristiani, uccisi solo in minoranza per ragioni teologiche, ma soprattutto a causa della mondanità che non tollera lo scandalo della croce. Papa Francesco parte dal Vangelo del giorno, in cui Gesù dice che i discepoli saranno odiati per causa sua, per andare a individuare quella che secondo lui è la più grande corruzione dei cristiani, quella mondanità che non si stanca mai di denunciare.
È la terz’ultima Messa del mattino di Papa Francesco trasmessa in diretta. L’ultima sarà il prossimo 18 maggio, centenario della nascita di San Giovanni Paolo II. Poi, Santa Marta sarà distribuita solo in sintesi, come succedeva prima della pandemia. Papa Francesco dedica questa Messa alle “persone che si occupano di seppellire i defunti”, e ricorda che questa è “una delle opere di misericordia, e non è una cosa gradevole, naturalmente. Preghiamo per loro che rischiano la vita per difendere la vita”.
Papa Francesco ricorda che Gesù chiede al Padre non di togliere i discepoli dal mondo, ma di “difenderli dallo spirito del mondo”, e questa è la mondanità “capace di odiare e distruggere Gesù e i suoi discepoli, anzi di corromperli, di corrompere la Chiesa”.
Papa Francesco sottolinea che “la mondanità è una proposta di vita”, “è una cultura dell’effimero, dell’apparire, del maquillage. Una cultura dell’oggi sì, domani no, domani sì e oggi no. Ha dei valori superficiali”.
La mondanità “non conosce fedeltà, perché cambia a seconda delle circostanze, rinegozia tutto”, è “la cultura dell’usa e getta senza convenienza, è una cultura senza radici”.