Roma , domenica, 13. settembre, 2015 11:00 (ACI Stampa).
“L’esperienza di questi anni” in tema di accoglienza e aiuto ai migranti “ci ha fatto toccare con mano l’esistenza di un’emergenza nell’emergenza: quella dei bambini che arrivano in Europa senza la famiglia, magari perché perduta durante il viaggio. Sono quelli burocraticamente definiti Minori stranieri non accompagnati, definizione che diventa ancora più fredda e impersonale nella sigla MISNA”.
Il Forum delle Associazioni Familiari interviene sull’appello di Papa Francesco sull’accoglienza ai migranti e fa una proposta originale: “abbiamo preparato un documento che, a partire dal Piano nazionale del 2014, contiene alcune proposte di ulteriore sviluppo e valorizzazione di una accoglienza ‘dal sapore della famiglia’. Nella nostra proposta si chiedono, tra l’altro, procedure certe e semplificate, strutture mirate, una banca dati nazionale, applicazione delle norme sostitutive della famiglia, coinvolgimento della società civile ed in particolare dell’approccio ‘family to family’”.
Accogliere i bambini abbandonati, insomma: “Nell’ambito di questo grande impegno il Forum è pronto a dare il proprio contributo e ad offrire il know how, in particolare attraverso le associazioni che da decenni lavorano nell’accoglienza dei minori. Anche a livello europeo l'associazionismo familiare si è mobilitato, davanti ad un fenomeno ormai planetario, come ribadisce anche un recente comunicato della FAFCE (la Federazione europea delle associazioni familiari”.
“Le famiglie e le loro associazioni sono risorsa insostituibile di accoglienza e solidarietà, già in azione, che chiede anche alla politica dei grandi di rispondere positivamente all’appello di Papa Francesco: che è appello all’accoglienza, alla responsabilità ed all’urgenza, per l’Europa nel suo insieme, di ritrovare un’anima che sembrava persa”.
L’aiuto sarà offerto a “bambini e ragazzi che hanno già sofferto tantissimo; per molti di loro trovare una nuova famiglia che li accolga è davvero la più importante ed efficace risposta al loro bisogno estremo di cura e protezione, ma soprattutto di relazioni calde, di fiducia, di amore”.
L’esperienza non manca. “La recente sperimentazione "Rifugiato a casa mia", promossa e realizzata a Torino da enti di ispirazione cristiana, enti pubblici e volontariato, che ha consentito di ospitare in venti famiglie ‘normali’ venti situazioni di rifugiati da varie Nazioni, singoli o famiglie, conferma che è possibile rispondere positivamente alla sfida planetaria dell'accoglienza a chi fugge da guerre, persecuzioni e massacri”, spiegano dal Forum.