Korazim , sabato, 12. settembre, 2015 9:00 (ACI Stampa).
Una plenaria in pellegrinaggio, quella dei vescovi europei, che si riuniscono tra Galilea e Gerusalemme in una intensa cinque giorni dall'11 al 16 settembre. Una veglia per la famiglia, una riflessione su "Gesù Cristo, ieri oggi e domani," incontri con le autorità. Ma soprattutto la voglia di stare vicino ai cristiani del Medio Oriente, che si è poi caricata di un significato tutto particolare in questi giorni, con la crisi dei profughi in Europa.
Si comincia nella Domus Galileae, in prossimità del monte Korazym, il monte delle Beatitudini. Qui è stato Giovanni Paolo II a parlare ai giovani, durante il pellegrinaggio del Giubileo, e infatti una statua del Papa santo si staglia di fronte alla casa. E qui i vescovi europei, una nutrita rappresentanza di 35 Conferenze Episcopali Europee su 39, cominciano il loro incontro alle radici della cristianità, che è anche un incontro alle radici della cultura europea. Il messaggio è chiaro: l’Europa è cristiana.
“Riscoprire la sorgente della nostra identità come popolo di Dio e della nostra missione come successori degli Apostoli, inviati a testimoniare l’incontro con il volto della Misericordia del Padre che è Gesù stesso”, spiega il Cardinale Péter Erdő, Arcivescovo di Esztergom-Budapest in Ungheria e Presidente del CCEE.
Certo, aggiunge il Cardinal Ouellet, prefetto della Congregazione dei Vescovi, nel suo saluto iniziale, “il nostro incontro avviene in un momento storico molto difficile e delicato.” Ricorda, il cardinale, che “di giorno in giorno aumentano i flussi migratori dai Paesi del Mediterraneo meridinale e orientale (in particolare da Africa e Medio Oriente) verso i Paesi dell’Unione Europea.” E sottolinea che Papa Francesco ha non solo “denunciato la persecuzione dei cristiani in Medio Oriente e in altre parti del mondo,” ma ha anche chiesto a “legislatori e governanti che ovunque sia assicurata la libertà religiosa”.
Ed è per questo – spiega il Cardinale nel suo saluto – che “celebrare quest’annuale assemblea in Terra Santa non è una scelta come un’altra.” È il posto dove “ogni cristiano è nato,” dove “abbiamo le nostre radici, perché in questa terra il Figlio di Dio si è fatto uomo per salvarci e rimanere sempre con noi.”