Nazaret , giovedì, 14. maggio, 2020 10:00 (ACI Stampa).
L’impegno della Chiesa cattolica in tempo di pandemia è ampio e anche la comunità cattolica di Terra Santa grazie anche ai frati della Custodia è stata in prima linea.
Nei territori israeliani è stato possibile celebrare le messe con i i fedeli ma solo all’aperto e con non più di 19 persone. Anche la parrocchia di Nazaret si è adeguata. Come riporta il sito di informazione della Custodia “È attivo un numero telefonico speciale per prendere le prenotazioni e poter così assistere alla messa in uno spazio del nostro cortile – spiega Fr. Marwan Di’des, parroco della chiesa latina di Nazaret -. Dal lunedì alla domenica io e gli altri due sacerdoti della parrocchia celebriamo 24 messe tra mattina, pomeriggio e sera. Raccogliamo anche le intenzioni dalla gente a livello locale e internazionale. Da parroco non vedo l’ora che questa situazione finisca e mi rendo conto che prima non sapevamo quanta grazia c’era nella nostra vita per avere la possibilità di incontrarci, vederci, abbracciarci. Ora sentiamo quanto era preziosa”.
La modalità di celebrazione della messa all’aperto con prenotazione è la stessa adottata dalla chiesa di Sant’Antonio a Giaffa, che ha ottenuto di recente la possibilità di avere circa cento fedeli contemporaneamente, distribuendoli nel cortile in piccoli gruppetti, nel rispetto delle disposizioni.
Ci sono poi le questioni economiche: ““Tanti donatori sono venuti in parrocchia per offrire denaro ai bisognosi e sono rimasto colpito dalla loro generosità – racconta ancroa Fr. Marwan -. Abbiamo distribuito oltre 100 pacchi di cibo e piccole somme di sostegno a famiglie con bisogni particolari. Non è merito mio, ma di tanta gente di buona volontà che vuole stare accanto a chi è in difficoltà”.
Anche a Cana nella chiesa- santuario del Primo Miracolo, a Cana di Galilea, l’attività della parrocchia continua a distanza. Chiesa chiusa dal 12 marzo, “perché era passata di qui una pellegrina americana infettata dal Covid-19, racconta il parroco Fr. Haitham Franso Yalda Hano”.