Città del Vaticano , domenica, 10. maggio, 2020 12:10 (ACI Stampa).
Gesù nel Vangelo di oggi ci suggerisce “due rimedi al turbamento” del cuore. Lo ha detto il Papa parlando al Regina Coeli di oggi, V Domenica di Pasqua, recitato dalla Biblioteca del Palazzo Apostolico a causa del perdurare dell’emergenza sanitaria per la pandemia di coronavirus.
“Il primo è: «Abbiate fede in me»”. Gesù – ha spiegato Francesco – “sa che, nella vita, l’ansia peggiore, il turbamento, nasce dalla sensazione di non farcela, dal sentirsi soli e senza punti di riferimento davanti a quel che accade. Quest’angoscia, nella quale a difficoltà si aggiunge difficoltà, non si può superare da soli. Per questo Gesù chiede di avere fede in Lui, cioè di non appoggiarci a noi stessi, ma a Lui. Perché la liberazione dal turbamento passa attraverso l’affidamento. E Gesù è risorto e vivo proprio per essere sempre al nostro fianco. C’è poi un secondo rimedio al turbamento, che Gesù esprime con queste parole: «Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Vado a prepararvi un posto» Ecco che cosa ha fatto Gesù per noi: ci ha prenotato un posto in Cielo. Ha preso su di sé la nostra umanità per portarla oltre la morte, in un posto nuovo, in Cielo, perché lì dove è Lui fossimo anche noi. È la certezza che consola: c’è un posto riservato per ciascuno”.
“Non viviamo – ha sottolineato ancora il Papa - senza meta. Siamo attesi, siamo preziosi. Dio è innamorato di noi. E per noi ha preparato il posto più degno e bello: il Paradiso. Non dimentichiamolo: la dimora che ci attende è il Paradiso. Qui siamo di passaggio. Siamo fatti per il Cielo, per la vita eterna, per vivere per sempre. Per sempre: è qualcosa che ora non riusciamo neppure a immaginare”.
La via per il Paradiso – ha proseguito il Pontefice – è Gesù, “è avere un rapporto vivo con Lui, è imitarlo nell’amore, è seguire i suoi passi. Ci sono vie che non portano in Cielo: le vie del potere egoista, le vie della mondanità, le vie per autoaffermarsi. E c’è la via di Gesù, la via dell’amore umile, della preghiera, della mitezza, della fiducia, del servizio agli altri. Non è la via del mio protagonismo, è la via di Gesù protagonista della mia vita”.
Dopo la recita della preghiera mariana il Papa ha ricordato nuovamente il 70° anniversario della dichiarazione Schuman il cui spirito “non manchi di ispirare quanti hanno responsabilità nell’Unione Europea, chiamati ad affrontare in spirito di concordia e di collaborazione le conseguenze sociali ed economiche provocate dalla pandemia”. Il pensiero poi è andato all’Africa in occasione del primo viaggio apostolico nel continente – 40 anni fa – di Giovanni Paolo II.