“Ho ricevuto una lettera di un gruppo di artisti che ringraziavano per  la preghiera che noi abbiamo fatto per loro, vorrei chiede il Signore li benedica perché gli artisti ti fanno capire cos'è la bellezza e senza il bello Il Vangelo non si può capire: preghiamo un'altra volta per gli artisti”. Lo ha detto il Papa, stamane, aprendo la Messa celebrata a Santa Marta.

“Quando a Paolo – ha detto Francesco nell’omelia - è chiesto di spiegare il perché della fede in Gesù Cristo non comincia da Gesù Cristo ma incomincia dalla storia: il Cristianesimo è una dottrina, ma non solo, è una storia che porta questa dottrina, è la promessa di Dio, l'alleanza di Dio. Il Cristianesimo non è solo un'etica, non sei cristiano soltanto con una visione di etica, è di più cristianesimo non è una elite di gente scelta per la verità, questo senso elitario che poi va avanti nella Chiesa ma è appartenenza a un popolo, un popolo scelto da Dio gratuitamente e se noi non abbiamo questa coscienza di appartenenza a un popolo saremo cristiani ideologici”.

Noi – ha aggiunto il Papa – dobbiamo avere “la memoria di un popolo, di essere popolo, questa storia del popolo di Dio fino arrivare Gesù Cristo: sono stati santi, peccatori e tanta gente comune buona con le virtù e i peccati: è la famosa folla che seguiva Gesù che aveva il fiuto di appartenenza a un popolo. Un sedicente cristiano che non abbia questo fiuto non è un vero cristiano, è un po' e particolare, un po' si sente giustificato senza il popolo. Appartenenza a un popolo, avere memoria del popolo di Dio”.

“Se qualcuno – ha concluso il Pontefice - mi domandasse qual è la deviazione dei cristiani oggi più pericolosa io direi senza dubitare la mancanza di memoria di appartenenza a un popolo, quando manca questo vengono i dogmatismi. i moralismi, gli eticismi, i movimenti elitari perché manca il popolo, un popolo - peccatori sempre tutti nasciamo - ma che non sbaglia in genere, che ha il fiuto di essere popolo eletto, che cammina dietro una promessa, che ha fatto un'alleanza”.