Utrecht , venerdì, 8. maggio, 2020 11:00 (ACI Stampa).
La decisione della Corte Suprema Olandese di non stabilire criteri certi per somministrare l’eutanasia in caso di pazienti con demenza senile crea confusione, e potrebbe persino portare ad un aumento dei casi di eutanasia in Olanda dopo che questi erano diminuiti del 7 per cento. L’allarme è stato lanciato dal Cardinale Wilhem Eijk, presidente della Conferenza Episcopale Olandese, in una dichiarazione resta all’indomani della decisione della Corte Suprema.
La dichiarazione va seguita passo dopo passo, perché va a ricostruire i fatti prima della sentenza della Corte Suprema.
Partiamo dai fatti: nel 2016, viene pratica l’eutanasia ad una donna affetta da demenza senile, che aveva firmato quattro anni prima la volontà che le fosse praticata l’eutanasia se sarebbe mai stata ammessa un giorno in una casa di cura. La dichiarazione era comunque non chiara, perché diceva che l’eutanasia avrebbe dovuto avere luogo solo quando la donna fosse pronta.
Sulla base di una legge del 2002, secondo la quale una richiesta scritta sostituiva una richiesta fatta verbalmente, il medico ha portato avanti la somministrazione dell’eutanasia, dopo essersi consultato con la famiglia e con altri due medici specializzati in casi di questo genere. La donna, in fondo, non era più capace di indicare la sua volontà, e medici hanno considerato la sua sofferenza senza prospettive e insopportabile.
Il medico non è stato fermato nemmeno dal fatto che la donna ha ritratto la sua mano quando ha cercato di somministrarle il sedativo, che ha dovuto poi fare inserendo il sedativo nel caffè. Dopo di questo, l’eutanasia è stata praticata.