Roma , mercoledì, 6. maggio, 2020 19:24 (ACI Stampa).
L’esortazione è quella di rimanere alla luce del Signore, perché è questa che ci porta a vivere per l’eternità. Lo sottolinea padre Giuseppe Midili, direttore dell’ufficio liturgico del vicariato, che questa settimana celebra la Messa quotidiana al Divino Amore.
Padre Midili riprende l’immagine di Gesù “pastore bello” e “porta delle pecore”. Nel Vangelo, Gesù sottolinea di essere “venuto come luce”, una affermazione che Gesù ha spesso fatto nelle conversazioni.
Padre Midili ricorda che il tema della luce è ricorrente nella Bibbia, dalla Genesi alla nascita di Gesù alla Resurrezione. E “la Chiesa ci accompagna in questo tempo di Pasqua con il cero, la luce del Signore risorto”, e nella liturgia pasquale ci sono elementi che ci aiutano a comprendere “la Resurrezione come mistero di luce”.
La Resurrezione è “una esperienza nella quale anche noi siamo chiamati a vivere alla luce del risorto”. Gesù sottolinea che chi crede in lui “non rimarrà nel nascondimento”, e che chi lo segue “sperimenterà cosa significa vivere nella luce”.
Questo – dice padre Midili, ci può fare paura, perché “a volte preferiamo agire di nascosto, preferiamo non si sappia cosa abbiamo fatto”. Ma Gesù ci dice che noi “siamo luce”, diventiamo “partecipi della sua luce”, e infatti “nella tradizione antica si parlava di illuminazione quando si parlava di battesimo”.