Strasburgo , martedì, 24. marzo, 2015 12:00 (ACI Stampa).
Lampedusa come isola delle contraddizioni, Lampedusa come “il mondo.” Il Cardinal Francesco Montenegro, presidente della Fondazione Migrantes della Conferenza Episcopale Italiana, parla al Consiglio d’Europa di Strasburgo, alla 28esima sessione del Congresso dei poteri locali e regionali, che ha come tema quello delle migrazioni e dell’inclusione sociale. E lì, nel cuore dell’Europa, porta il suo sguardo da vescovo di Agrigento, il territorio che comprende Lampedusa. Lo sguardo della periferia che chiede all’Europa una nuova politica per le migrazioni. Una politica che crei un futuro più sicuro per i migranti, un problema da affrontare con maggiore sussidiarietà, con il contributo di ogni parte della società fino a quello delle autorità.
Lo sguardo parte proprio dall’isola di Lampedusa, il territorio più a Sud d’Italia, dove – spiega il Cardinale – “chi ci abita vuole trasferirsi altrove, mentre per chi arriva dal continente africano è l’inizio del Nord migliore.” Sottolinea il presidente di Migrantes che la ricerca di un Nord migliore ha portato più di 20 mila annegati, sepolti nella “tomba liquida” che è il Mar Mediterraneo, mentre i Paesi rispondono alla speranza dei migranti con una certa “preoccupazione,” anche perché “nuove politiche economiche nel continente africano ed eventuali nuovi assetti del Mediterraneo potrebbero destabilizzare consolidati equilibri economici, politici e sociali del vecchio Continente.”
Ma – sottolinea il Cardinal Montenegro – “i lampedusani ci insegnano che, come non si possono fermare i sogni e il vento, così non si può fermare la storia.” Davanti al Consiglio d’Europa, il Cardinale sciorina cifre. Sono stati in 30 mila a varcare il mare e approdare a Lampedusa a partire dal 2011. Ma molte cose sono cambiate.
Nel 2011, “l’Italia aveva un piano-asilo centrato su grandi strutture di accoglienza (CARA) e su uno SPRAR, cioè un piano nazionale per l’integrazione.” Ma era un piano che prevedeva solo 3 mila posti, “realtà insufficiente a garantire una accoglienza dignitosa di fronte alla massiccia crescita del flusso migratorio”.
Poi, nel 2014, la situazione è esplosa: sulle coste e nei porti del Sud Italia sono arrivate 170.081 persone, vale a dire tre volte le persone che approdate sulle coste italiane nel biennio 2012-2013. Racconta, il Cardinale Montenegro, che l’operazione “Mare Nostrum” – iniziata dopo i 366 morti in mare del 3 ottobre 2013 – andava a presidiare il Mediterraneo fino a pochi chilometri dalle coste libiche , una operazione che “ha salvato migliaia di migranti, e, al tempo stesso, ha permesso di catturare oltre 700 trafficanti.”