Città del Vaticano , lunedì, 4. maggio, 2020 18:00 (ACI Stampa).
“Alla chiusura del mese mariano, in questa splendida sera romana, presso questo luogo che ci richiama la grotta di Lourdes, dobbiamo riflettere, Sorelle e Fratelli carissimi, a quello che è stato l’atteggiamento interiore fondamentale della Vergine Santissima nei confronti di Dio: la sua fede. Maria ha creduto!”
Era il 31 maggio del 1979. Giovanni Paolo II era Papa da meno di un anno, ma il suo amore mariano aveva subito messo radici in Vaticano.
Così la conclusione del mese dedicato a Maria la vive con la gente semplice, la gente vive e lavora in Vaticano e nei quartieri vicini e che chiude il mese con un Rosario nei Gardini alla Grotta di Lourdes, la copia di quella vera regalata il 1º giugno 1902 dal vescovo di Tarbes François-Xavier Schoepfer a Papa Leone XIII nel penultimo anno del suo pontificato.
Un appuntamento cui il Papa era fedele ogni volta che era a Roma.La preghiera che Giovanni Paolo II affidava a Maria toccava i tanti argomenti del suo pontificato.
Come l’ecumenismo ad esempio Mercoledì, 31 maggio 1989 alla vigilia del viaggio nei paesi scandinavi: “Trovandomi qui voglio anche chiedere a tutti i presenti uno speciale aiuto spirituale durante il pellegrinaggio che dovrò intraprendere domani mattina in paesi in cui mai, penso, un Papa è potuto andare. È la prima volta che mi reco in quei paesi nordici, scandinavi, tra quelle popolazioni che hanno una tradizione cristiana millenaria: all’inizio erano cattoliche, ma dopo la riforma si sono separate dalla comunione con Roma. Oggi, attraverso il movimento ecumenico, si cercano di nuovo contatti, avvicinamenti. Naturalmente sono stato invitato dalla piccole Chiese cattoliche, piccole comunità di tutti quei paesi, per essere loro ospite, per essere con loro. Ma nello stesso tempo voglio continuare anche il cammino ecumenico con i nostri fratelli e con le nostre sorelle dei paesi scandinavi e nordici”.