Città del Vaticano , domenica, 3. maggio, 2020 12:16 (ACI Stampa).
“C’è la voce di Dio, che gentilmente parla alla coscienza, e c’è la voce tentatrice che induce al male. Come fare a riconoscere la voce del buon Pastore da quella del ladro, come fare a distinguere l’ispirazione di Dio dalla suggestione del maligno?”
E’ questa la domanda che guida la riflessione di Papa Francesco prima della preghiera marianda del Regina Coeli.
Commentando la pagina del Vangelo che parla del Buon Pastore il Papa spiega le differenze: “la voce di Dio non obbliga mai: Dio si propone, non si impone. Invece la voce cattiva seduce, assale, costringe: suscita illusioni abbaglianti, emozioni allettanti, ma passeggere” invece la voce di Dio “ci corregge, con tanta pazienza, ma sempre ci incoraggia, ci consola: sempre alimenta la speranza”.
E ancora “Che cosa mi fa bene?” È la domanda della voce di Dio e “invece il tentatore insisterà su un’altra domanda: “Che cosa mi va di fare?”. Che cosa mi va: la voce cattiva ruota sempre attorno all’io, alle sue pulsioni, ai suoi bisogni, al tutto e subito, come i capricci dei bambini. La voce di Dio, invece, non promette mai la gioia a basso prezzo: ci invita ad andare oltre il nostro io per trovare il vero bene, la pace. Ricordiamoci: il male non dona mai pace, mette frenesia prima e lascia amarezza dopo”.
E infine ci sono differenti “ambienti”: “il nemico predilige l’oscurità, la falsità, il pettegolezzo; il Signore ama la luce del sole, la verità, la trasparenza sincera”.