Roma , venerdì, 1. maggio, 2020 14:00 (ACI Stampa).
Il Policlinico Gemelli di Roma è in prima linea nell'emergenza Coronavirus nel Lazio. Tanti i pazienti Covid-19 che ogni giorno vengono curati e seguiti nei padiglioni dell'ospedale Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli. Non solo fisicamente, ma anche spiritualmente. Anche per i medici non è facile e quindi l'assistenza religiosa e spirituale è garantita anche a loro, ogni giorno. EWTN Vatican ha intervistato il Vescovo Claudio Giuliodori, Assistente Ecclesiastico Generale dell'Università Cattolica del Sacro Cuore.
Monsignor Giuliodori qual è l'assistenza spirituale in questo momento che voi date ai pazienti di Covid-19?
In questa struttura del Policlinico Gemelli, in questi due mesi, sono passati molti malati Covid, alcuni per controlli in una fase abbastanza delicata, altri in maniera molto grave, quindi c’è stato non solo il problema di assicurare la migliore assistenza sanitaria, ma anche l’accompagnamento spirituale com’è nella natura di questo policlinico universitario Agostino Gemelli che è parte dell’università Cattolica del Sacro Cuore. Noi abbiamo due tipologie di accompagnamento: una riservata ai sanitari, che non solo c’è il problema dei malati, ma anche dei sanitari che sono stati molto esposti, sia per l’intensità del lavoro, sia per il tasso di tensione per far fronte alla sofferenza, a volte dei decessi, dei malati, quindi una pressione dal punto di vista umano, psicologico, molto forte, quindi abbiamo un servizio pastorale con due sacerdoti dedicati soprattutto al personale, che significa incontri, momenti di preghiera, disponibilità per colloqui, quindi un'assistenza e un sostegno al personale sanitario. Poi il servizio di cappellania vero e proprio con i religiosi francescani, una comunità di sette religiosi che sono dediti, ordinariamente a visitare i reparti, portare la comunione, le confessioni degli infermi se necessario. In questa situazione si è potuto fare molto meno dal punto di vista del contatto diretto, però abbiamo stabilito delle procedure, con tutte le precauzioni e le avvertenze del caso, per cui si passa normalmente nel reparto, fuori della zona riservata e tutelata, attraverso gli altoparlanti si fanno dei momenti di preghiera.
E durante le feste di Pasqua?
Il giorno di Pasqua e in altri momenti, su richiesta particolare, direttamente i religiosi, vestiti con tutte le precauzioni necessarie, o attraverso dei medici disponibili, si è riusciti in alcuni casi anche a far fare la comunione a chi lo desiderava. Per la riconciliazione abbiamo avuto questa disponibilità ad un sacramento che potesse essere dato anche in maniera più semplice, ma le richieste da questo punto di vista non sono state molte. Più che altro la preghiera e l'eucaristia, là dove è stato possibile. Poi, è molto importante la possibilità di seguire le celebrazioni, attraverso il circuito televisivo, perché ogni camera è dotata anche di televisioni, quindi è possibile seguire sia il Santo Padre, sia le iniziative della Conferenza Episcopale Italiana e anche la nostra televisione, nel circuito interno, anche perché in tutto questo periodo Tv2000, che è la televisione legata alla Conferenza Episcopale Italiana, ha trasmesso la messa della mattina alle 8:30, proprio dal policlinico Gemelli, perché qui abbiamo due chiese interne: una dei cappellani ed una del centro pastorale dedicato al personale.”