Tempo dopo, i letti si moltiplicarono e le esigenze divennero più impellenti, tanto da cercare un luogo più ampio, a Borgo Dora, dov'è ancora, composta da più padiglioni per le varie necessità dei ricoverati.
I molti che bussavano alla porta della struttura erano accolti, curati e rifocillati. Tanto era il bene che ricevevano, che i degenti non volevano più lasciare quel sacerdote cosi buono, che mostrava loro, la paternità di Dio.
La porta della casa, doveva restare sempre aperta, notte e giorno, in quanto il suo scopo era ed è l'accoglienza.
Il suo nome presto fece il giro del mondo, raggiungendo i diversi continenti e ricevendo dei riconoscimenti pubblici, che corrisposero anche all'attuale Nobel per la pace.
La sua esistenza fu piena di fatti meravigliosi e non c'era nessuno che, nella città di Torino, dubitò mai della fiducia che riponeva il Cottolengo nella Provvidenza di Dio. Era solito dire:”state certi che la carità non manca”. Ed aveva ragione.
Uomo di intensa preghiera, affidava a Dio, le sue giornate cariche di bene e di fratelli da accudire.
In alcuni periodi della sua esistenza, ebbe molti pensieri legati alla gestione delle sue opere, ma mise tutto nella preghiera e nelle mani della Madonna, di cui era devotissimo.
Voleva che, nelle sue istituzioni, si pregasse in quanto l'orazione denota fiducia e questa apre le porte alla speranza.
Una volta, dovendo pagare i creditori, per le spese della sua istituzione, non aveva più denaro. Il Cottolengo non si perse d'animo ma si rivolse all'altare chiedendo a Dio, una soluzione. I testimoni riportarono che, dopo quella preghiera, in una cassetta della chiesa, si trovò il necessario.
In un'altra circostanza, dovendosi allontanare, per qualche giorno dall'opera, chiese di essere sostituito. A chi toccò questo servizio, disse di fare affidamento ad una borsa che pendeva dalla sua poltrona, per far fronte alle necessità della Casa e dei poveri.
Il santo raccomandò, con particolare cura, di non contare il denaro che c'era dentro, ma di prenderlo per le varie esigenze: la somma, misteriosamente, non venne mai meno.
Questi come tanti altri fatti sono descritti nelle biografie del santo e mettono in mostra la fede, forte ed abbandonata alle mani di Dio, che animò, sempre, il sacerdote nel corso della sua attività.
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Il re Carlo Alberto, vedendo il molto bene fatto, nella città sabauda, lo insignì della croce dei Santi Maurizio e Lazzaro, a cui il Cottolengo non potè opporre resistenza, in quanto era una croce.
La prestigiosa onorificenza la conservò in quell'umiltà, che sempre aveva albergato nel suo cuore e nella testimonianza di vita.
Si sentiva un piccolo del vangelo e confidò sempre nella misericordia di Dio, che illumina le notti più buie.
Animo forte e coraggioso sopporto molte prove, ma a tutte contrappose l'amore del Cristo che non lascia mai sola l'umanità, soprattutto se ferita e bisognosa di quel calore che solo Dio può infondere nell'uomo.
Pio XI lo elevò all'onore degli altari, il 19 marzo 1934, ed è ricordato fra i grandi santi che si sono occupati del sociale.