Roma , giovedì, 30. aprile, 2020 18:00 (ACI Stampa).
“La quantità, qualità e dignità del lavoro è la grande sfida dei prossimi anni per la nostra società nello scenario di un sistema economico che mette al centro consumi e profitto e finisce per schiacciare le esigenze del lavoro”: così scrivono i vescovi italiani nel Messaggio della Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace per la festa del 1° maggio, partendo dal discorso di Papa Francesco all’Ilva di Genova, pronunciato il 27 maggio 2017, laddove il Papa aveva esortato a ritrovare ‘una cultura che stima la fatica e il sudore’, senza la quale “non ritroveremo un nuovo rapporto col lavoro e continueremo a sognare il consumo di puro piacere. Il lavoro è il centro di ogni patto sociale: non è un mezzo per poter consumare”.
E proprio dal deprezzamento economico del lavoratore prende le mosse il testo per denunciare una situazione critica e paradossale: “Se un tempo il lavoratore povero era una contraddizione in termini oggi l’indebolimento della qualità e della dignità del lavoro porta al paradosso che avere lavoro (che molte volte rischia di essere un lavoretto saltuario) non è più condizione sufficiente per l’uscita dalla condizione di povertà”.
Al Direttore dell'Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro della Cei, don Bruno Bignami, abbiamo chiesto di spiegarci come sarà il lavoro in un’economia sostenibile: “Il lavoro è un’esperienza umana fondamentale. Nel corso della storia ha conosciuto stagioni differenti.
Nell’antichità greca e romana era per lo più affidato agli schiavi, con una visione negativa: la fatica era cosa per addetti ai lavori... E’ stato merito del monachesimo benedettino aver rivisitato il lavoro in termini positivi, coerenti con l’insegnamento biblico di Genesi 2,15: coltivare e custodire.
I monaci hanno visto il lavoro come gesto di liberazione e non più di schiavitù. Una delle rivoluzioni della storia. Oggi si tratta di vivere all’altezza di questo messaggio. L’enciclica ‘Laudato sì’ al n128 ricorda: ‘Il lavoro è una necessità, è parte del senso della vita su questa terra, via di maturazione, di sviluppo umano e di realizzazione personale’.