Roma , venerdì, 24. aprile, 2020 15:00 (ACI Stampa).
La Caritas lancia l’allarme: il numero di persone che si rivolgono ai Centri di ascolto e ai servizi delle Caritas diocesane rispetto al periodo precedente l’inizio della pandemia è aumentato del 114%.
Nello specifico si sono registrati in particolare – fa sapere la Caritas – gli aumenti “di segnalazioni dei problemi di occupazione/lavoro e di quelli economici. Il 75,7% di esse segnala anche un incremento dei problemi familiari, il 62,8% di quelli d’istruzione, il 60% di salute, anche in termini di disagio psicologico e psichico, e in termini abitativi. Vengono poi indicati anche nuovi bisogni, come quelli legati a problemi di solitudine, relazionali, anche con risvolti conflittuali, ansie e paure, disorientamento e disinformazione”, nonché “un aumento rispetto alle richieste di beni e servizi materiali, in particolare cibo e beni di prima necessità, con la distribuzione di pasti da asporto/a domicilio, sussidi e aiuti economici a supporto della spesa o del pagamento di bollette e affitti, sostegno socio-assistenziale, lavoro e alloggio”.
“Cresce anche la domanda di orientamento riguardo all'accesso alle misure di sostegno, anzitutto pubbliche, messe in campo per fronteggiare l'emergenza sanitaria”.
La Caritas sta cercando di rispondere prontamente, attraverso anche “alcune esperienze inedite, come ad esempio quella denominata #TiChiamoIo, per offrire la vicinanza, seppur solo telefonica, alle persone accompagnate nei centri di ascolto, indipendentemente dal bisogno materiale; o il progetto Message in a bottle, ideato per far recapitare assieme, ai pasti da asporto, messaggi e poesie da parte della cittadinanza. È una ricchezza questa che passa anche dalle tante strutture afferenti alle Chiese diocesane e destinate da queste a tre categorie di soggetti: medici e/o infermieri, persone in quarantena e senza dimora”.
Caritas ha messo a disposizione della Protezione Civile e del Sistema Sanitario Nazionale 68 strutture per circa 1450 posti.