Buenos Aires , mercoledì, 22. aprile, 2020 14:00 (ACI Stampa).
“Sappiamo che esporsi al contagio è irresponsabile, soprattutto perché implica esporre gli altri al contagio e indirettamente può favorire una situazione di crisi sanitaria che non vogliamo vedere nel nostro paese.
Ma c'è un modo di celebrare la Messa che minimizza i rischi e la rende meno pericolosa delle code che vediamo nelle banche e altrove, situazioni coperte dalle normative vigenti”.
É questo il messaggio che i vescovi argentini hanno inviato ai loro fedeli in una lettera del presidente della Commissione della Conferenza episcopale per la fede e la cultura Victor Manuel Fernández Arcivescovo di La Plata che presenta “una proposta ponderata e allo stesso tempo concreta, che includa suggerimenti ricevuti da vari vescovi”.
“Come ha detto il Santo Padre, in questo contesto non possiamo più pensare di salvarci da soli” e per questo è aumentato anche l’impegno dei servizi caritativi, “ma quando pensiamo di sostenere la vita interiore dei fedeli e di incoraggiarne la crescita, ci troviamo con la seria difficoltà di vederli privati dell'Eucaristia per lungo tempo, prevedendo anche che questa situazione potrebbe durare per diversi mesi”.
Il testo prosegue con un analisi di alcuni testi fondamentali. “Il Concilio Vaticano II insegna che "nessuna comunità cristiana è costruita se non ha le sue radici e il suo centro nella celebrazione della Santa Eucaristia”. San Giovanni Paolo II ha sottolineato che la Messa "prima di un precetto deve essere sentita come un requisito profondamente inscritto nell'esistenza cristiana”.” E ancora una citazione di San Giovanni Crisostomo: “Puoi anche pregare a casa; Tuttavia, non puoi pregare come nella Chiesa, dove i fratelli si riuniscono ”.