Colombo , mercoledì, 15. aprile, 2020 12:30 (ACI Stampa).
Le chiese chiuse, senza celebrazioni pubbliche, in Sri Lanka le hanno già sperimentate. È successo dopo gli attentati di Pasqua dello scorso anno, quando gli attacchi a tre chiese e tre alberghi provocarono 279 morti e circa 500 feriti. Un anno dopo, il cardinale Ranjith, arcivescovo di Colombo, ha voluto dare un messaggio per questa Pasqua: “I cattolici hanno perdonato”.
Il 21 aprile si ricorderà il primo anniversario degli attentati. Succederà in privato, in una nazione che vive, come in tutto il mondo, il pericolo del coronavirus. Il cardinale Ranjith ha consacrato la nazione alla Madonna, chiedendo di risparmiare la sua popolazione. E la celebrazione del 21 sarà particolarmente forte per lui, che sta combattendo perché sia stabilita la verità sulla natura degli attacchi, ma anche per ricostruire la fiducia tra cattolici e musulmani.
Nella Messa di Pasqua dello scorso 12 aprile, ha voluto così lanciare un messaggio simbolico. “Non sono morti solo i cattolici negli attacchi di Pasqua – ha detto – ma anche buddhisti, induisti e musulmani. Avremmo potuto rispondere con egoismo, pensando come esseri umani. Ma allo stesso tempo dobbiamo vivere il messaggio di Cristo ed amare i nemici che ci hanno ucciso”.
Ha aggiunto il cardinale: “È nella natura umana ferire le persone con la rabbia, ma abbiamo messo da parte quella natura umana e scelto la vita della resurrezione del Signore. E resurrezione significa completo rifiuto dell’egoismo”.
Per questo, l’arcivescovo di Colombo ha affermato che “abbiamo avuto pietà degli attentatori e chiesto loro di non ripetere queste cose. Abbiamo insegnato loro la lezione di non odiare nessuno in alcun modo. Questo è ciò che significa civiltà, ed è la resurrezione”.