Roma , mercoledì, 15. aprile, 2020 17:00 (ACI Stampa).
La cattedrale di Nostra Signora di Arabia è in costruzione. Ma il rito di Nostra Signora d’Arabia è già stato approvato dalla Santa Sede, e così come la festa, che si celebrerà il secondo sabato del tempo ordinario, quello dopo la festa del Battesimo di Gesù. E sono queste le due eredità che lascia il vescovo Camillo Ballin, vicario apostolico dell’Arabia del Nord, scomparso a Roma a 75 anni nel giorno di Pasqua, il 12 aprile scorso.
Sarebbe dovuto venire Roma per l’incontro della Conferenza Episcopale dei vescovi dei Paesi Arabi, ma a quell’incontro non aveva partecipato. Si era sentito male in Arabia Saudita, e da lì era stato portato a Roma, dove era stato ricoverato. C’era un brutto male da tenere sotto controllo, ed era rimasto a Roma per continuare le cure. Non tornerà più nei Paesi arabi, dove verrà ricordato con affetto.
I media del Bahrein lo hanno definito “l’amato vescovo del Bahrein”, e il vescovo Ballin era stato scelto come membro del Centro per la Convivenza Pacifica, che il re Ahmad aveva fondato e posto sotto la responsabilità dei suoi figli. Dietro la visita del principe ereditario del Bahrein a Papa Francesco lo scorso 3 febbraio, c’era anche il suo lavoro di cucitura. Il suo sogno era un viaggio del Papa in Bahrein, più volte aveva recapitato e caldeggiato con il re un invito, anche per favorire un dialogo con l’altra parte del mondo musulmano, dopo che molto era stato fatto con i sunniti.
Di certo, sarà difficile sostituire il vescovo Ballin. Missionario comboniano, decise subito di andare nei Paesi arabi. Nato a Fontanaviva, in provincia di Padova, era entrato nel 1963 al noviziato dell’Istituto Religioso dei Missionari Comboniani del Cuore di Gesù, e nel 1968 aveva emesso professione perpetua. Viene chiesto, ai nuovi missionari, tre località predilette per la missione, in ordine di priorità personale. Il vescovo Ballin scrisse tre volte: “Paesi arabi”.
Sacerdote dal 1969, aveva studiato l’arabo in Libano e in Siria nel 1970. Dal 1971 al 1978 era stato in Egitto, come vice parroco e poi parroco della parrocchia di rito latino di San Giuseppe. Dal 1977 al 1980 era stato inviato in Libano. Ha quindi studiato nuovamente a Roma, per prendere la licenza in liturgia orientale presso il Pontificio Istituto Orientale.