"Forse che Dio Padre ha voluto lui la morte del suo Figlio sulla croce, a fine di ricavarne del bene? No, ha semplicemente permesso che la libertà umana facesse il suo corso, facendola però servire al suo piano, non a quello degli uomini. Questo vale anche per i mali naturali, terremoti ed epidemie - commenta il predicatore della Casa Pontificia nell'omelia - Non le suscita lui. Egli ha dato anche alla natura una sorta di liberta, qualitativamente diversa, certo, da quella morale dell’uomo, ma pur sempre una forma di libertà".
Nel giorno del dolore il Predicatore ricorda anche un momento positivo: "Frutto positivo della presente crisi sanitaria è il sentimento di solidarietà. Quando mai, a nostra memoria, gli uomini di tutte le nazioni si sono sentiti così uniti, così uguali, così poco litigiosi, come in questo momento di dolore?Il virus non conosce frontiere. In un attimo ha abbattuto tutte le barriere e le distinzioni: di razza, di religione, di ricchezza, di potere. Non dobbiamo tornare indietro, quando sarà passato questo momento. Come ci ha esortato il Santo Padre, non dobbiamo sciupare questa occasione. Non facciamo che tanto dolore, tanti morti, tanto eroico impegno da parte degli operatori sanitari sia stato invano".
Anche Papa Francesco ha ribadito il suo grazie ai tanti medici e infermieri in prima linea contro il coronavirus, durante una telefonata la trasmissione “A sua immagine” su Rai Uno, proprio questo pomeriggio: "Penso al Signore crocifisso e le tante storie degli uomini crocifissi da questa pandemia. Penso ai medici, agli infermieri, suore, sacerdoti, morti al fronte come soldati. Hanno dato la vita per amore. Resistenti come Maria sotto le croci, loro e le loro comunità negli ospedali, curando gli ammalati. Forse anche ci sono crocifissi che muoiono per amore e questo pensiero mi viene in questo momento”.
Poi il grido forte del predicatore alla presenza di Papa Francesco: "Destiniamo le sconfinate risorse impiegate per gli armamenti agli scopi di cui, in queste situazioni, vediamo l’urgenza: la salute, l’igiene, l’alimentazione, la lotta contro la povertà, la cura del creato. Lasciamo alla generazione che verrà un mondo, se necessario, più povero di cose e di denaro, ma più ricco di umanità".
Conclude così l'omelia Padre Raniero: "Guardiamo a colui che è stato innalzato per noi sulla croce. Adoriamolo per noi e per tutto il genere umano. Chi lo guarda con fede non muore. E se muore, sarà per entrare in una vita eterna. Anche noi , dopo questi giorni che speriamo brevi, risorgeremo e usciremo dai sepolcri che sono ora le nostre case. Non per tornare alla vita di prima come Lazzaro, ma per una vita nuova, come Gesù. Una vita più fraterna, più umana. Più cristiana!".
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