Città del Vaticano , lunedì, 7. settembre, 2015 17:00 (ACI Stampa).
Se i giovani vanno via delle parrocchie è “perché non sono interessati all’offerta che ricevono, perché non ricevono risposte alle questioni e agli interrogativi che li inquietano?”. E’ una domanda lasciata sul piatto della discussione universale quella di Papa Francesco, che ha parlato lungamente di giovani nel discorso consegnato questa mattina ai vescovi portoghesi, giunti in Vaticano per la visita ad limina.
Il Papa ha chiesto di “perseverare nell'impegno di una evangelizzazione costante e metodica”, senza perdersi d'animo per situazioni che “provocano perplessità e causano amarezza”. Ad esempio, per la “stagnazione di alcune parrocchie” e la situazione di altre “centrate e chiuse sul ‘loro’ parroco” – al quale peraltro “la scarsità di sacerdoti” impone, dice, “l’apertura a una logica di comunione più dinamica ed ecclesiale”.
O per la vita di “alcuni sacerdoti che, tentati dall'attivismo pastorale, non coltivano la preghiera e la profondità spirituale, essenziale per l'evangelizzazione”. O, appunto, per il gran numero di giovani che abbandona “la pratica cristiana, dopo il Sacramento della Cresima, per il vuoto nell'offerta parrocchiale di formazione cristiana giovanile post-Cresima”. Quello che più sta a cuore al Papa è che tutto parta dalla “conversione personale e pastorale di pastori e fedeli” perché tutti possano dire con verità e gioia: ‘La Chiesa è la nostra casa’”.
Il Papa ha ringraziato i Presuli portoghesi perché sono al servizio di “una Chiesa serena, guidata dal buon senso, ascoltata dalla maggioranza della popolazione e dalle istituzioni nazionali”, ma anche con “situazioni che suscitano perplessità e causano amarezza, come certe parrocchie stagnanti” o “troppo centrate e ripiegate sul proprio parroco, da cui la carenza di sacerdoti”.
“Oggi la nostra proposta di Gesù non convince”, ha affermato Papa Francesco, citando diversi brani evangelici. “Gesù cammina con i giovani… Sfortunatamente il pensiero dominante attuale - osserva - che vede l’essere umano come apprendista-creatore di sé stesso, totalmente ubriaco di libertà, trova difficile accettare il concetto di vocazione, nel senso più alto di una chiamata che arriva alla persona dal Creatore del proprio essere e della vita”.
Perciò il Papa invita i catechisti e l’intera comunità cristiana “a passare dal modello scolastico a quello catecumenale: non solo conoscenze intellettuali ma incontro personale con Gesù Cristo, vissuto in una dinamica vocazionale secondo la quale Dio chiama e l’essere umano risponde”.
“La Chiesa portoghese - sottolinea - ha bisogno di giovani capaci di rispondere alla chiamata di Dio, per costruire famiglie cristiane stabili e feconde, per avere consacrati e consacrate che lasciano tutto per il tesoro del Regno di Dio e sacerdoti completamente dediti a Cristo e ai fratelli e sorelle. Abbiamo tanti giovani disoccupati e il Regno di Dio ha bisogno di operai e servitori…”.