Allora giovani, non prevedevo di trovarmi una così buona compagnia, soprattutto nella compagnia di San Filippo Neri , si poteva prevedere un po’ dal programma, che staremo infine a San Filippo neri questa sera, ma si capisce che stiamo insieme perché sappiamo bene che lui ha fondato l’Oratorio, sempre circondato dai giovani e amava questa compagnia dei giovani, dei ragazzi di Roma, amava questa Roma allora qui mi trovo nella compagnia di San Filippo Neri e dei giovani di Roma. Allora anche voi tutti siete questa buona compagnia. E per i cardinali presenti vorrei dire: non preoccupatevi che Filippo Neri ha buttato questo cappello rosso…era un santo gioioso, amava scherzare e faceva a anche questo scherzo con il cappello rosso, ma non è un obbligo per noi (risate) se non ci fossero cardinali non ci sarebbe neanche il Papa…!
Così una piccola consolazione per i signori cardinali qui presenti! E anche per i prelati, si vedeva che San Filippo Nero stimava i prelati come questo Francesco che veniva dal suo oratorio e poi è stato cardinale…
Ma certamente ci ha lasciato una scala dei valoro giusta. Ha buttato questo cappello rosso gridando: Paradiso, Paradiso! Perché non c’è altra gerarchia maggiore di quella.
Paradiso Paradiso, allora adesso capisco perché ho portato questo bastone…All’inizio alcuni giovani che non hanno trovato posto qui dentro l’Aula mi hanno incontrato davanti e Don Stanislo dice: devi parlare! E allora io non sapendo cosa dire ai giovani ho comunicato con il bastone. Ho chiesto loro: voi sapete perché il Papa porta il bastone? Niente, niente! Allora se sarete pazienti ed aspetterete fino alla fine ve lo dirò! Adesso posso dire a questi giovani che stanno fuori e sono tanti: porto questo bastone perché lo portava anche San Filippo Neri!
E i santi il Signore ce li ha dati per imitarli allora io non sapendolo ha imitato San Filippo Neri portando il bastone e poi vedo…lui porta il bastone! Allora un segno di somiglianza c’è!
Un povero segno, un piccolo segno, ma è un segno. Certamente che essere un Santo, San Filippo Neri ed essere un Papa sono cose molto lontane. Un santo, e un Papa, ma devono qualche volta anche i Papi aspirare ad essere santi!
Allora ho pensato come siamo arrivati a queste giornate mondiali della Gioventù. Come sono arrivato io. E mi ricordo quando ero ancora in Polonia con i giovani mi incontravo molto, con i gruppi cosiddetti “oasi”, “oasi della gioventù”, “dei giovani”. E loro hanno cantato più o meno così: (parole in polacco) voi capite tutti, no? Vedi, se uno diceva: ecco, viene il papa polacco per polonizzare la Curia e Roma, vedete i frutti!
Allora vuol dire questo: quando attraversiamo il mondo dobbiamo dare lode, glorificare Dio. Erano i giovani che lo hanno cantato. E questo seme del canto maturava per lungo tempo fino al 1984…Nell’84 un altro grande amico, le Nazioni Unite hanno organizzato un Anno della Gioventù. Loro hanno organizzato, hanno annunciato, noi abbiamo fatto ! Non è la prima volta non è la ultima. C’era anche l’anno della vita, hanno annunciato, hanno organizzato, hanno cercato di fare qualche cosa, ma noi abbiamo fatto! Finalmente!
E alla fine è uscita anche una enciclica che comincia con le parole Evangelium vitae!
Ecco…Evangelium vitae appunto perché noi siamo questi realisti, gente realista, i santi sono realisti, San Filippo era molto realista. Si vedeva con questo bastone con questo Oratorio, con questo Paradiso, con questo buttare via il cappello cardinalizio, tutto era realismo cristiano dei santi. I santi sono realisti. Allora dice il canto polacco, attraversare il mondo… era un sogno. Come arrivare a questo mondo se è tutto chiuso se ci sono i comunisti se c’è la Cortina di ferro e tutto quello, invece il Signore ci ha portato con la Sua Madre, venga qui a Roma! E poi da Roma nel mondo, ad attraversare il mondo.
Attraversare il mondo cominciato dalla Filippine,….non dalle Filippine scusi, dal Messico…Mexico, Guadalupe! Ma il Messico una volta era metropolitana delle Filippine! Appunto!.
E così con questi viaggi con queste visite attraverso il mondo, ho capito che se si vuole essere un Papa direi moderno, aggiornato…non si può non viaggiare, vuol dire non (tanto) camminare, il modo contemporaneo del camminare è viaggiare con l’aereo, malheureusement! Peccato, ma è così. Allora, si è cominciato a camminare insieme ai giovani. Loro sono grandi camminatori. Anche io ero camminatore essendo giovane, adesso meno. Ma non del tutto ho rinunciato, perché qualche volta sotto la guida del mio Don Stanislao andiamo a fare qualche passeggiata, qualche escursione nelle montagne come due giorni fa, e poi lo scrivono nella stampa.
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Scrivono che di nuovo, ecco di nuovo questo Papa è uscito, abbiamo sbagliato le nostre strade, è uscito è andato là e là….Ma adesso lo faccio in modo ufficiale e aperto, vado in Val D’ Aosta, vado nelle Dolomiti a Lorenzago. Perché dobbiamo essere camminatori! Che cosa faceva il Padre Celeste per incontrarci? Ci ha inviato il suo Figlio! Ci ha inviato il suo Figlio! Ecco come il Padre ha mandato me, anche io mando voi! Allora era mandato!
Il Padre ha mandato me! E lui è venuto allora faceva un cammino.
E ho scritto nella prima enciclica, Redemptor hominis, che l’uomo è cammino della Chiesa, via della Chiesa. Si cammina, come Gesù è venuto da noi mandato dal Padre, così noi dobbiamo camminare con gli uomini, con le persone umane, con i nostri fratelli e sorelle, camminare insieme. E qui i giovani sono privilegiati, perché loro hanno buone gambe, no? Sono forti nel camminare. Ma io certo non cedere, cammino anche io !(Applausi) E abbiamo già attraversato un po’ di questo mondo insieme con i giovani. Abbiamo cominciato a Roma, poi siamo andati subito all’America del Sud, a Buenos Aires, di dove viene il nostro cardinale prefetto, cardinale presidente dei laici, lui è di Buenos Aires, Argentina. (Il cardinale Pironio) la prima esperienza. Poi la seconda esperienza era Santiago de Compostela, qui vicino, ma grande punto di pellegrinaggi europei. Compostela, Santiago de Compostela; voi sapete cosa vuol dire Santiago? Giacomo! Jacobus! Jakob! Ecco, James! (risate) Ecco. Allora, così Santiago de Compostela. E poi c’era Colonia, c’era Jasna Gora, Czestochowa (applausi). E poi è venuto Denver. A Denver hanno pensato i nostri fratelli americani: cosa? Tanti giovani, se vengono qui, se vengono qui, giovani moderni, americani cosa faremo, quanti interventi della polizia, tanta polizia mobilitata! Alla fine, niente! (Applausi) Non c’era nessuno da arrestare, da fermare dei giovani. Che cosa!? E’ un miracolo! E’ cosa straordinaria, strana, cosa strana, giovani strani. Se non rubano, se non fanno violenza, allora strano, strani.
E così è rimasto, Denver, un segno di contraddizione a questo mondo ricco, ricchissimo, opulentissimo, rimasto così; con questi giovani, che sapevano dormire anche così, par terre, senza tutte le comodità, camminare, peregrinare, cantare, essere gioiosi, essere gioiosi! Ecco, di nuovo abbiamo il nostro Filippo Neri. E subito, essendo a Denver ho invitato il presidente della conferenza episcopale dei vescovi delle Filippine, dico a lui: non sarebbe bene per voi fare una giornata simile? Sìì! Sììì! (Risate). E così siamo arrivati alle Filippine, a Manila. Era già in Gennaio perché da loro troppo caldo allora non si può venire in agosto come a Santiago come in Polonia a Jasna Gora, come a Denver, allora gennaio così abbiamo spazio maggiore. E si prevede Parigi tra due anni!
Si prevede Parigi, ma nel frattempo ci vuole sempre Roma, queso cammino non neucatecumenale, ma anche…anche neocatecumenale! Questo cammino uscito da Roma sempre torna a Roma ogni anno, la Domenica delle Palme. La Domenica delle Palme l’avremo tra due giorni, sempre torna a Roma e qui a Roma trova un nuovo punto di partenza direi! Quest’anno si aspetta ancora un punto di partenza europeo, quello di Loreto che celebra se non mi sbaglio 800 o 700 anni di trasferimento, non si sa come, di questa casa di Nazaret, casa della Madonna, nel santuario di Loreto. E si celebra solennemente invitando i giovani europei a Loreto in settembre…io non faccio propaganda..siete voi i propagandisti, io sono un povero seguace, seguace die giovani. Dove mi portano vado io. Allora andremo a Dio piacendo, andremo anche a Loreto e poi Parigi, vedremo. E poi già altri nel mondo dicono: da noi, da noi, sarete da noi ! Vedremo!
Tutto questo grande cammino, tutto questo grande pellegrinaggio attraverso il mondo e poi per prepararci all’anno duemila.