Wuhan , martedì, 7. aprile, 2020 10:00 (ACI Stampa).
Il dottor Li Wenliang, dell’ospedale di Wuhan, è colui che per primo ha denunciato la diffusione della pandemia del Covid-19 al mondo. Punito, e poi riabilitato, da Pechino, il dottor Li veniva spesso intervistato di fronte l’ospedale di Wuhan. Ma in pochi hanno notato la statua dietro di lui. Una statua che raccontava una storia cattolico parte dell’ospedale.
La statua era quella che ritraeva Eustachio Zanoli, missionario italiano, che fondò l’ospedale di Wuhan. O meglio, il predecessore dell’attuale Ospedale Centrale di Wuhan, e la sua storia è stata raccontata da William Huang su Mercatornet.
Zanoli costruì l’ospedale nel 1880. La città cinese aveva un tessuto coloniale, il commercio con l’Occidente era florido, la città si sviluppava in un modo che la portò ad essere conosciuta come la Chicago dell’Est. L’arrivo di Zanoli in Cina era, però, parte di una storia più grande: la storia della missione in Cina.
Una missione che proprio nel XIX secolo viveva la sua epoca d’oro, perché la Cina si era vista forzata ad aprire ai poteri occidentali dopo le guerre dell’Oppio. E non arrivarono solo mercanti e colonizzatori. Arrivarono anche missionari, sia protestanti che cattolici, i quali videro in quella apertura una opportunità d’oro per portare il Vangelo in Oriente.
Tra questi, c’era Eustachio Zanoli, francescano, che arrivò nella provincia di Hubei nel 1856. Nel 1861, fu nominato vicario apostolico di Hubei. Aveva un pensiero strategico, e usò i termini favorevoli del trattato di Peking firmato nel 1860 tra i poteri occidentali e la Cina imperiale per comprare una grande appezzamento di terreno nella zona di Hankow e costruire lì la cattedrale di San Giuseppe, vale a dire la più grande chiesa del vicariato di Hubei nella Concessione Britannica.