Città del Vaticano , lunedì, 7. settembre, 2015 10:47 (ACI Stampa).
"Comunione" è un concetto tenuto in grande onore nella Chiesa antica ed anche oggi, specialmente in Oriente. Per essa non si intende un certo vago "sentimento", ma una "realtà organica", che richiede una forma giuridica e che è allo stesso tempo animata dalla carità.” E’ questa la frase che il Papa ha pronunciato questa mattina nella cappella della Domus Sanctae Marthae, duranta la celebrazione eucaristica. E’ il rito della significazione della Ecclesiastica Communio concessa al nuovo Patriarca di Cilicia degli Armeni dal Papa con la lettera del 25 luglio scorso.
Insieme al Santo Padre, ha concelebrato Sua Beatitudine Gregorio Pietro XX Ghabroyan, Patriarca, S.E. il Cardinale Leonardo Sandri, Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, con l'Arcivescovo Segretario, S.E. Mons. Cyril Vasil' e il Sotto-Segretario P. Lorenzo Lorusso, insieme a tutti i Vescovi membri del Sinodo della Chiesa Patriarcale Armeno Cattolica, e ad alcuni sacerdoti.
La monizione è stata letta prima dello scambio delle Sacre Specie tra il Santo Padre e il Patriarca. “La Ecclesiastica Communio che il Santo Padre Francesco ha concesso a Sua Beatitudine Gregorio Pietro XX- prosegue la monizione- trova ora espressione nello scambio delle sacre specie, che conferma la radice eucaristica della comunione tra il Vescovo e la Chiesa di Roma, che presiede nella carità, e la Chiesa Patriarcale di Cilicia degli Armeni, tramite il suo Caput et Pater.
Il Papa ha poi Santo Padre innalzato la patena con il Corpo di Cristo e la ha offerta al Patriarca. I due hanno la hanno tenuta elevata a quattro mani, poi la hanno deposta, il gesto è stato ripetuto con il calice del Sangue di Cristo. Dopo un istante di silenzio, il Santo Padre ha offerto il Corpo di Cristo e il sangue di Cristo al Patriarca e si sono comunicati insieme.
L’elezione del Patriarca è avvenuta in un momento in cui la Chiesa Armena si confronta con diverse difficoltà e nuove sfide - aveva scritto il Papa- “Tuttavia illuminata dalla luce della fede in Cristo risorto, la nostra visione del mondo è piena di speranza e di misericordia, perché siamo certi che la Croce di Gesù è l'albero che dà la vita”.