Oggi come è la previsione ?
E’ vero, abbiamo deciso il rinvio dei pellegrinaggi sin dalle prime avvisaglie della diffusione del coronavirus in Italia una decisione che qualcuno ha criticato ma che si è rivelata assolutamente corretta e prudente.
Noi realizziamo da tantissimi anni pellegrinaggi dove sono sempre presenti ammalati, persone con varie sofferenze, anziani, giovani e abbiamo sentito la responsabilità di tutelare le persone che presentavano delle fragilità.
Ma abbiamo rinviato i pellegrinaggi, non li abbiamo annullati ! li abbiamo riprogrammati a partire da luglio, perché il desiderio di tantissimi è quello, appena sarà possibile in piena sicurezza, di tornare nei santuari che sentiamo ormai come casa, a cominciare da Lourdes e da Loreto, e se sarà necessario sposteremo le partenze anche ad un mese successivo: ma partiremo in pellegrinaggio, scegliendo Paesi e santuari che ci facciano vivere questa magnifica esperienza di fede e di servizio senza alcuna preoccupazione.
E ci stiamo preparando a questo nuovo inizio !
I malati dei Treni Bianchi sono soggetti ad alto rischio, che tipo di attività svolgono i volontari oggi ?
L’Unitalsi non si è mai fermata ! Le nostre sottosezioni hanno realizzato numerosissime e diversificate attività di sostegno soprattutto in favore degli ammalati e dei sofferenti: partecipazione alle attività coordinate dalle amministrazioni locali, consegna della spesa a domicilio, mense per chi è in difficoltà, sostegno telefonico o in videochiamata alle persone più sole e più impaurite, raccolta di offerte e di beni di prima necessità per i nuclei familiari e gli anziani e ammalati più in difficoltà, consegna di materiale sanitario, distribuzione mascherine ai clochard. E tanti momenti forti e straordinari di preghiera condivisa !
Insomma, ciò che la fantasia di amore ci ha suggerito nelle diverse situazioni, anche le più difficili !
Tutti i santuario sono chiusi, ma come si può fare un “pellegrinaggio a casa”? I vostri assistenti spirituali come lavorano ?
Certi i santuari sono chiusi e materialmente irraggiungibili ! Ma il “pellegrinaggio di desiderio” non si è mai fermato ! Immagini dei santuari e dei nostri pellegrinaggi, approfondimenti della storia delle apparizioni mariane e dei temi pastorali 2020 dei santuari, partecipazione in video alle celebrazioni trasmesse dai santuari a noi più cari, attualizzazione” nella nostra situazione della vita e del racconto dei testimoni delle apparizioni, “pellegrinaggi virtuali” condivisi sulla rete social…insomma, è come se stessimo con la valigia già preparata per partire o alla porta dei santuari aspettando che si riaprano, già immaginando cosa ci aspetta dall’altra parte !
Passiamo alle altre attività. In questi giorni avete un pò’ riconvertito la attività, come? Quali sono invece i servizi che rimangono sempre uguali?
Non abbiamo riconvertito la nostra vita unitalsiana, abbiamo proseguito con modalità nuove quella vicinanza alle persone più fragili che abbiamo sempre vissuto nei territori.
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Una delle nostre “modalità classiche” di vicinanza era appunto “lo stare insieme” ai nostri amici in difficoltà e con diabilità nelle nostre sedi, nei pellegrinaggi, in giro per città e paesi, in chiesa, al mare e in montagna…
Per ora –e dico solo per ora, nel rispetto delle indicazioni del Governo- non possiamo sperimentare questo tipo di vicinanza e perciò siamo ancora più solleciti nella comunicazione personale e di gruppo utilizzando le tecnologie disponibili, dalle più semplici alle più complesse: è una testimonianza concreta di una vicinanza che non è mai venuta meno;
perché ciò che conta è che chi soffre, chi è ammalato e solo, senta di essere importante per qualcuno, si senta “cercato” e amato, senta di non essere “sparito” dall’orizzonte del mondo in questo difficile momento ! E’ una vicinanza che da speranza ! e questa vicinanza, quando si fa anche preghiera condivisa, come avviene quotidianamente, è davvero sorgente di forza e di comunione inesauribile !
Come possono le famiglie che hanno dei malati cronici e dei disabili a casa ad essere aiutati?
Per i malati cronici o con disabilità grave, dove la presenza dei volontari unitalsiani era di concreto sostegno soprattutto per i nuclei familiari più deboli o più anziani, il problema si è davvero ingigantito, a causa delle restrizioni nei movimenti e nella vicinanza fisica tra le persone. La impossibilità, in molti casi, di essere a casa di queste persone dovrebbe essere almeno in parte sostituita in questo momento dall’intervento pubblico, cosa che è però estremamente complicata, viste le necessità del momento presente. Si è allora rafforzato il sostegno psicologico, con ripetute chiamate telefoniche, consegna di farmaci e alimentari, sollecitazione all’interno sanitario nei casi di maggior bisogno.
Insomma, l’Unitalsi non si è fermata e non si ferma !