Lodi , martedì, 31. marzo, 2020 18:00 (ACI Stampa).
“Carissimi, con voi desidero rinnovare la vicinanza possibile a coloro che soffrono, in particolare ai malati più gravi, e a coloro che li assistono. E’ un bisogno di gratitudine sempre nuovo. Siamo certi che il Signore non ci abbandona: è ancor più vicino a coloro che sono soli, nella malattia e in prossimità della morte. Le necessarie cautele mai devono farci trascurare, tuttavia, il ricorso agli aiuti della Grazia divina di cui la Chiesa, madre premurosa, è dispensatrice”.
Così ha scritto il vescovo di Lodi, mons. Maurizio Malvestiti, agli abitanti della diocesi di Lodi, a cui abbiamo chiesto di raccontarci la situazione della diocesi?
“Lodi è partita per prima nell’epidemia degenerata in pandemia. Ricordo il 21 febbraio, l’istituzione della zona rossa, comprendente 18 delle nostre 123 parrocchie situate in 10 dei 71 comuni che compongono il territorio diocesano, esteso oltre la provincia di Lodi con alcune comunità in quelle di Milano, Cremona e Pavia.
All’apprensione iniziale sono subentrati l’ammirevole collaborazione della popolazione e dell’intera chiesa locale in sintonia con le pubbliche istanze. Una rete di preghiera e di carità ha trovato avvio immediato: diocesi e parrocchie hanno bussato online alle case per preparare alla perdita di persone care, che non avremmo potuto accompagnare nell’ora suprema e nel congedo. La ferita tuttora sanguina. Va curata con delicatezza.
Partirà in questi giorni l’iniziativa ‘chiAMA-ciSarò’: sacerdoti e psicologi pronti all’ascolto telefonico di chi è in pena. E’ stato provvidenziale poi il rilancio del Fondo Diocesano di Solidarietà, che ha superato € 200.000, per intercettare l’affanno talora grave delle famiglie bloccate nel lavoro. E’ un’opportunità gestita da Caritas diocesana e parrocchie, senza dimenticare quanti non possono ‘stare a casa’ perché non hanno casa”.