Città del Vaticano , lunedì, 30. marzo, 2020 18:00 (ACI Stampa).
“Tutto ciò che è contro la vita stessa, come ogni specie di omicidio, il genocidio, l'aborto, l'eutanasia e lo stesso suicidio volontario; tutto ciò che viola l'integrità della persona umana, come le mutilazioni, le torture inflitte al corpo e alla mente, gli sforzi per violentare l'intimo dello spirito; tutto ciò che offende la dignità umana, come le condizioni infraumane di vita, le incarcerazioni arbitrarie, le deportazioni, la schiavitù, la prostituzione, il mercato delle donne e dei giovani, o ancora le ignominiose condizioni di lavoro con le quali i lavoratori sono trattati come semplici strumenti di guadagno, e non come persone libere e responsabili; tutte queste cose, e altre simili, sono certamente vergognose e, mentre guastano la civiltà umana, inquinano coloro che così si comportano ancor più che non quelli che le subiscono; e ledono grandemente l'onore del Creatore”.
Questo brano della Costituzione del Concilio Vaticano II, Gaudium et Spes Introduce uno dei grandi testi di San Giovanni Paolo II. La enciclica Evaneglium vitae, il Vangelo della vita.
Lo scorso 25 marzo Papa Francesco l’ha citata perché ricorrevano i 25 anni della pubblicazione. Un messaggio attuale ricorda Papa Francesco “Al di là delle emergenze, come quella che stiamo vivendo, si tratta di agire sul piano culturale ed educativo per trasmettere alle generazioni future l’attitudine alla solidarietà, alla cura, all’accoglienza, ben sapendo che la cultura della vita non è patrimonio esclusivo dei cristiani, ma appartiene a tutti coloro che, adoperandosi per la costruzione di relazioni fraterne, riconoscono il valore proprio di ogni persona, anche quando è fragile e sofferente”.
Vale la pena di rileggere qualche passo di quel testo che non fu amato da tutti.
In particolare il Papa santo metteva in chiaro che aborto e eutanasia sono una violenza contro la vita. Sul tema dell’ aborto, peccato di cui oggi si parla sempre meno, Giovanni Paolo II è stato chiaro.