Rieti , domenica, 6. settembre, 2015 11:21 (ACI Stampa).
É una festa di tutta la città dove, da un centinaio d’anni, non si consacrava più un vescovo. Rieti ha accolto il nuovo vescovo Don Domenico Pompili, come si accoglie un figlio. Nel sabato pomeriggio di fine estate, dopo un temporale il sole è tornato sulla illustre cattedrale reatina addobbata a festa. Domenico Pompili è stato consacrato dal cardinale Angelo Bagnasco del quale è stato collaboratore alla Conferenza Episcopale italiana come portavoce per diversi anni. Con lui vertici della CEI e il cardinale Giuseppe Betori che in CEI è stato segretario generale.
Vescovi e sacerdoti da tutto il Lazio e molti colleghi giornalisti del neo vescovo, emozionato fino alla lacrime quando ha ricordato i genitori e fratelli recentemente scomparsi. Nella omelia davanti alla cattedrale tanto affollato da richiedere dei maxi schermi anche sulla piazza per la grande presenza di fedeli, il cardinale Bagnasco ha ricordato che ai vescovi “non e' chiesto di essere dei conquistatori di anime, ma di essere loro per primi conquistati da Cristo.” Il cardinale ha spiegato come la paternità che viene dall’episcopato sia una dilatazione del cuore che permette una “sapienza, lucida e insieme benevola, propria del padre di famiglia che guarda nella verità i suoi figli, e li sostiene con amore” perché “sarai rivestito di un manto di pazienza che sa che i tempi di Dio non sono i nostri, e che la Chiesa e' innanzitutto di Cristo: noi siamo servi inutili, poveri uomini”.
Tra i consacranti il segretario della Cei, Nunzio Galantino, e ai vescovi emeriti di Rieti, Delio Lucarelli, e di Viterbo, Lorenzo Chiarinelli. Concelebravano i cardinali Giuseppe Betori, Gualtiero Bassetti, e Agostino Vallini.
Terminata la celebrazione eucaristica il nuovo vescovo ha anche preso possesso della cattedra e rivolto il suo primo saluto ai tutti. “Il Vangelo che abbiamo proclamato - ha detto - si riassume in una sola parola 'Effeta!', l'imperativo 'apriti!' che compie il miracolo di restituire a ciascuno la parola e la disponibilità' ad ascoltarsi” perché la sordità é anche una condizione psicologica e “la fede é l'antidoto più efficace a questa sordità.
Poi il momento della festa, il saluto ai tanti che erano riuniti nel chiostro di San Domenico e nella chiesa di San Francesco, e infine l’abbraccio degli amici nelle sale del vescovado aperte sulla città. Una festa con i prodotti delle terra reatina, una festa per tutti. Il vescovo ha abbracciato davvero tutta la città non risparmiandosi.