2 - Messa crismale. Valutando il caso concreto nei diversi Paesi, le Conferenze Episcopali potranno dare indicazioni circa un eventuale trasferimento ad altra data.
3 - Giovedì Santo. La lavanda dei piedi, già facoltativa, si ometta. Al termine della Messa nella Cena del Signore si ometta anche la processione e il Santissimo Sacramento si custodisca nel tabernacolo. In questo giorno si concede eccezionalmente ai Presbiteri la facoltà di celebrare la Messa senza concorso di popolo, in luogo adatto.
4 - Venerdì Santo. Nella preghiera universale i Vescovi avranno cura di predisporre una speciale intenzione per chi si trova in situazione di smarrimento, i malati, i defunti, (cf. Missale Romanum). L’atto di adorazione alla Croce mediante il bacio sia limitato al solo celebrante.
5 - Veglia Pasquale. Si celebri esclusivamente nelle chiese Cattedrali e Parrocchiali. Per la liturgia battesimale, si mantenga solo il rinnovo delle promesse battesimali (cf. Missale Romanum).
Per i seminari, i collegi sacerdotali, i monasteri e le comunità religiose ci si attenga alle indicazioni del presente Decreto.
Le espressioni della pietà popolare e le processioni che arricchiscono i giorni della Settimana Santa e del Triduo Pasquale, a giudizio del Vescovo diocesano, potranno essere trasferite in altri giorni convenienti, ad esempio il 14 e 15 settembre”.
Inoltre anche per le Chiese Orientali arrivano le indicazioni per la celebrazione della Pasqua. La firma è del Cardinale Leonardo Sandri prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali che “invita tutti i Capi delle Chiese sui iuris a emanare delle disposizioni in sintonia con le istruzioni che le Autorità Civili hanno stabilito per il contenimento del contagio e a favorire tale condotta con le altre Chiese cristiane, cattoliche e non, presenti sul medesimo territorio”.
Le raccomandazioni sono specifiche: “Si mantengano rigorosamente le feste nel giorno previsto dal calendario liturgico, con le relative celebrazioni che sarà possibile realizzare e trasmettere in streaming in modo che possano essere seguite dai fedeli nelle case.
In esse si considerino quegli adattamenti resi necessari dalla limitata presenza del servizio liturgico. Alcune tradizioni rituali infatti prevedono una partecipazione del coro e di ministri che nel momento attuale non è possibile o non è prudente vedere radunati insieme in numero significativo.
Siano comunque omesse quelle parti delle celebrazioni collegate a qualche rito all’esterno della Chiesa.
Ricordare ai fedeli il valore della preghiera personale e familiare, autentica preghiera ecclesiale, e che nel contesto attuale è un importante mezzo di trasmissione della fede, dei suoi contenuti e preghiere, tra le diverse generazioni. Predisporre anche tramite i canali di comunicazione sociale dei sussidi che consentano a un adulto della famiglia di spiegare soprattutto ai più piccoli la mistagogia dei riti che in condizioni normali sarebbero celebrati nella chiesa e alla presenza dell’assemblea.
La ricchezza delle Ufficiature delle Celebrazioni propriamente pasquali, dalla Domenica delle Palme alla Domenica di Pasqua, potrà egualmente essere valorizzata suggerendo che parte di esse sia pregata a casa e nelle famiglie, con i sussidi che solitamente sono messi a disposizione in ciascuna comunità ogni anno.
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I sacerdoti che non possono celebrare la liturgia da soli, preghino le ore dell’ufficiatura, in modo particolare i salmi e quelle preghiere che non prevedono la risposta da parte del coro e dei fedeli.
Il Giovedì santo, nella celebrazione liturgica della mattina, alcune Chiese sui iuris celebrano la consacrazione del Santo Myron. Tale celebrazione, non essendo legata in Oriente a questo giorno, può essere spostata ad altra data.
Per il Venerdì Santo, sia valorizzata la preghiera attorno alla Croce e alla tomba di Cristo, da soli o in famiglia, utilizzando i ricchi testi delle tradizioni orientali propri del giorno.
La notte di Pasqua si invitino le famiglie, ove possibile attraverso il suono festoso delle campane, a radunarsi per leggere il Vangelo della Resurrezione, accendendo un lume e cantando alcuni tropari o canti tipici della rispettiva tradizione che spesso sono conosciuti a memoria dai fedeli.
Gli eventuali battesimi previsti per la Pasqua siano rimandati ad altra data.