Roma , sabato, 21. marzo, 2020 10:00 (ACI Stampa).
E giovedì ha ricevuto una telefonata da Papa Francesco che voleva informarsi personalmente sulle sue condizioni di salute. Napolioni, dopo aver ringraziato il Signore “per il grande sostegno percepito nella vicinanza di tanti vescovi e fedeli”, ha quindi raccontato al Papa la “drammaticità della situazione, e soprattutto ha testimoniato il commovente slancio di servizio messo in atto da medici, infermieri, volontari e tante altre categorie della comunità, che - provata - non molla”. In particolare il presule cremonese ha riferito al Papa dell'impegno di tanti giovani in prima linea, con delicatezza e generosità, a fianco dei malati, come “segno di grande consolazione e speranza”. Una diocesi molto colpita con anche alcuni sacerdoti morti a causa del virus.
Anche la diocesi Bergamo sta soffrendo in queste ore. Hanno fatto il giro del mondo le immagini di mezzi dell’Esercito che trasportavano salme in altre regioni italiane. Il papa ha voluto telefonare anche al vescovo della diocesi orobica, Francesco Beschi: “è stato molto affettuoso manifestando la sua paterna vicinanza, a me, ai sacerdoti, ai malati, a coloro che li curano e a tutta la nostra Comunità. Ha voluto chiedere dettagli sulla situazione che Bergamo sta vivendo, sulla quale era molto informato”. Il papa – ha riferito il presule – è rimasto “molto colpito dalla sofferenza per i moltissimi defunti e per il distacco che le famiglie sono costrette a vivere in modo così doloroso”. Papa Francesco ha espresso “un sentimento di profondo compiacimento” verso i sacerdoti della diocesi ed è rimasto colpito dal numero dei morti e dei ricoverati, ma anche “impressionato in positivo dalla fantasia pastorale con cui è stata inventata ogni forma possibile di vicinanza alle famiglie, agli anziani e ai bambini, segno della vicinanza stessa di Dio”. Intanto giunge notizia di un altro vescovo positivo al coranavirus: si tratta del vescovo di Pinerolo, Derio Olivero di 59 anni, ricoverato in isolamento nel locale ospedale.
Situazione surreale anche per le nostre chiese dove si celebrano liturgie a porte chiuse e ci prepariamo a vivere così anche la Settimana Santa e la Pasqua. In positivo registriamo un intenso lavoro di diocesi, parrocchie, associazioni che si sono reinventate nuovi modi di “celebrare” dal Nord al Sud del Paese. In diversi momenti della giornata molti parroci fanno suonare le campane delle proprie chiese “voci che entrano nelle nostre case” come ha detto un parroco e che chiamano alla preghiera o a qualche celebrazione su facebook o sito della parrocchia. Tanti modi per essere “presenti” anche dall’ “alto” come successo a Roma dove in due parrocchie i sacerdoti hanno celebrato dai tetti delle loro chiese mentre i fedeli seguivano dai propri balconi. Si tratta delle parrocchie del Gesù Divino Lavoratore e San Gabriele dell’Addolorata. Giovedì recita del Rosario dal tetto della parrocchia Santa Maria della Salute a Napoli. E la sera la replica in concomitanza con quello promosso dai vescovi italiani in uno scenario suggestivo e commovente illuminato dalle candele sui balconi.
Tante anche le catechesi via web con i bambini che si stanno preparando alla prima comunione e le attività di volontariato a favore delle categorie più fragili come le persone anziane e quelle non autosufficienti. Non possiamo citarli tutti: ne citiamo solo alcune.