Padova , venerdì, 20. marzo, 2020 18:00 (ACI Stampa).
Il parroco di Brescello nei giorni scorsi ha esposto in piazza il famoso crocifisso ligneo davanti al quale avrebbe pregato il don Camillo di Giovanni Guareschi. Lo ha fatto per rivolgere una preghiera di aiuto e di sostegno contro il coronavirus. E la gente ha cominciato a fermarsi davanti a quel crocifisso e a pregare, a sua volta.
Questa notizia, una delle poche che abbiano diffuso un po' di luce nel buio di questi giorni, ci ha fatto ripensare, per l'ennesima volta, alla grandezza di Guareschi, alla forza delle sue invenzioni letterarie. E a don Camillo, a quanto vorremmo che fosse vivo, in carne e ossa, vicino a noi. Come ci aiuterebbe, ora, quanto sarebbero forti le sue parole, come saprebbe scuoterci dal torpore che producono il disastro, la paura, l'ombra della malattia e della morte che si allungano.
Ricordiamo che nel film "Il ritorno di don Camillo", ispirato come tutti gli altri film della fortunatissima serie, ai libri di Guareschi e alla cui produzione lo stesso scrittore partecipò, nel 1951, vi è rappresentata, in tempo reale, per così dire, la sciagurata piena del Po e la conseguente alluvione del Polesine. Una tragedia, ben diversa certo, da quella che stiamo vivendo noi. Però forse vale la pena di rileggere che cosa dice don Camillo alla sua gente di Brescello, evacuata e in fuga dal paese sommerso, in cui lui solo resta a presidiare, andando in giro su una barchetta e con un megafono. Alla gente dunque urla, con la sua voce stentorea:
" Fratelli, sono addolorato di non poter celebrare l'ufficio divino con voi, ma sono vicino a voi per elevare una preghiera verso l'alto dei cieli. Non è la prima volta che il Fiume invade le nostre case. Un giorno però le acque si ritireranno ed il sole tornerà a splendere, e allora ci ricorderemo della fratellanza che ci ha unito in queste ore terribili e con la tenacia che Dio ci ha dato ricominceremo a lottare perché il sole sia più splendente, i fiori più belli e la miseria sparisca dalle nostre città e dai nostri villaggi. Dimenticheremo le discordie e quando avremo voglia di morte cercheremo di sorridere, così tutto sarà più facile e il nostro Paese diventerà un piccolo paradiso in terra. Andate fratelli, io rimango qui per salutare il primo sole e portare a voi, lontano, con la voce delle vostre campane, il lieto annuncio del risveglio. Che Iddio vi accompagni. E così sia".
Questo è comunque il momento per fare una bella rilettura delle opere di Guareschi.