Città del Vaticano , mercoledì, 18. marzo, 2020 11:00 (ACI Stampa).
Signore, ferma l’epidemia. Fermala con la tua mano. Ho pregato per questo”. Papa Francesco spiega così, in una intervista ad un noto quotidiano nazionale, il senso della sua visita a Santa Maria Maggiore e San Marcello al Corso lo scorso 15 marzo. Una sosta davanti a Maria Salus Populi Romani, un pellegrinaggio per via del Corso fino a San Marcello dove è custodita la croce che salvò Roma dalla peste del 1522.
Parlando con Repubblica, Papa Francesco sottolinea che “in questi giorni difficili possiamo trovare piccoli gesti concreti di vicinanza e concretezza verso le persone che sono a noi più vicine”, per comprendere che “nelle piccole cose c’è il nostro tesoro”, come “un piatto caldo, una carezza, un abbraccio, una telefonata”.
Tornare al concreto, dice Papa Francesco, perché “a volte viviamo una comunicazione tra noi soltanto virtuale. Invece dovremmo scoprire una nuova vicinanza,. Un rapporto concreto fatto di attenzioni e pazienza”.
Papa Francesco sottolinea che spesso le famiglie mangiano insieme “in un grande silenzio che però non è dato da un ascolto reciproco”, in cui tutti sembrano “tanti monaci “isolati l’uno dall’altro”, senza comunicazione.”
Invece, per il Papa è importante “ascoltarsi”, c’è “un linguaggio fatto di gesti concreti che va salvaguardato”, e questo sta a significare il dolore di questi giorni, che rappresenta “la concretezza che si deve aprire”.