Roma , sabato, 14. marzo, 2020 19:29 (ACI Stampa).
L’Eucarestia non si può celebrare “come popolo radunato”, ma anche se “i riti sono sospesi”, non lo è “il mistero che in essi è significato”. Dopo la decisione di riaprire le chiese parrocchiali di Roma, il cardinale Angelo de Donatis, vicario del Papa per la diocesi di Roma, sottolinea come si possa vivere una vita eucaristica anche senza la celebrazione dei riti.
Messa al Divino Amore, per il vicario del Papa a Roma, come ogni sera da quando tutta l’Italia è progressivamente andata chiudendosi per contenere la pandemia. Il Vangelo di oggi è quello della samaritana al pozzo, cui Gesù chiede da bere.
Il Cardinale de Donatis parte da qui, ricorda che “nella prima domenica di Quaresima siamo entrati nel deserto con Cristo per combattere la buona battaglia, nella seconda abbiamo contemplato la meta del cammino, la trasfigurazione”.
Con la trasfigurazione, sottolinea il cardinale, “abbiamo compreso che lo scopo della prova non è diventare degli eroi, ma figli. Figli trasformati dalla luce della Pasqua. Questo è il nostro destino: la vita piena. Dove le lacrime, la fatica cederanno il posto alla carezza di Dio. Siamo cenere, ma lo spirito ci trasformerà in luce”.
La terza tappa del cammino quaresimale è proprio quello in cui Gesù “seduto sul pozzo afferma solennemente davanti alla donna samaritana diventerà in voi una sorgente che zampilla per la vita eterna”.