Roma , sabato, 14. marzo, 2020 10:00 (ACI Stampa).
Si susseguono, in queste ore, le iniziative a livello diocesano, parrocchiale ma anche dei movimenti e associazioni cattolici, per essere più vicini ai fedeli che in questi giorni – fino al 3 aprile - non potranno partecipare alle celebrazioni liturgiche.
Ieri mattina Papa Francesco ha chiesto di pregare per i “pastori che devono accompagnare il popolo di Dio in questa crisi. Il Signore gli dia la forza e la capacità di scegliere i mezzi per aiutare” e “non lascino solo il Santo popolo fedele di Dio”, senza Parola, sacramenti e preghiera. E la Chiesa in Italia è presente in tanti modi condividendo “le preoccupazioni e le sofferenze della popolazione”, come si legge in un comunicato diffuso questa settimana dalla Cei che ha anche promosso un sito “chiciseparerà” dove vengono raccolti le buone prassi messe in atto dalle diocesi e altro materiale utile.
Possiamo vivere questo tempo con due atteggiamenti: un atteggiamento “passivo”, “responsabile”, che “conta” il tempo che resta prima di riprendere la normalità, oppure “un atteggiamento attivo, anch’esso responsabile, ma che invece cerca di trasformare questo tempo in un’opportunità”, scrive il Consiglio di Azione Cattolica della diocesi di San Severo che ha deciso di “perseguire con convinzione questa seconda strada, che è la strada del Vangelo e dell’annuncio che può avvenire in qualsiasi tempo, luogo o contesto”. Da qui la proposta dal titolo “Azione Cattolica 2.0. Per restare in rete”. Quindi “chiamare una persona che non sentiamo da tanto tempo, vivere di più la famiglia, trovare gli spazi e i tempi da dedicare alla riflessione della Parola e alla preghiera”. E per gli “adultissimi” l’invio a chiamarli spesso, “aiutiamoli nel fare la spesa, organizzandoci sia come adulti che come giovani, per evitare di doverli far uscire di casa”, e chiedendo loro di “pregare insieme a noi e di sentirsi in comunione insieme a tanti altri”.
Molti i volontari e i giovani impegnati con iniziative web ma anche molto pratiche a servizio dei più fragili come gli anziani e i senza fissa dimora. Gli animatori salesiani di Trapani, ma non solo, hanno pensato di mettersi al servizio delle persone over 65 per proteggerli dal contagio di Covid 19, rendendosi disponibili a andare a fare la spesa per loro o altri servizi di cui necessitano, per mantenerli il più possibile lontani dai luoghi affollati. Le iniziativa digitali messe in campo sono diverse, e cercano di coinvolgere ragazzi, giovani e adulti, per realizzarle vengono utilizzate quasi tutte le piattaforme social più conosciute: da Instagram a Facebook, da TikTok a Telegram, da WhatsApp a Meet. Nelle parrocchie di Alcamo, Messina, Giostra, Modica, Ragusa, Catania, etc è possibile partecipare ai momenti di preghiera attraverso diverse opportunità in streaming, secondo quanto indicato dalla Conferenza Episcopale Italiana e dalle rispettive diocesi. A Prato il progetto Una mano spesa bene promossa dai giovani dei gruppi formativi del Sant’Anna e dai volontari del Servizio Civile dell’associazione La Lunga Domenica.
In un momento in cui l'emergenza chiede a tutti di restare a casa, la comunità di Sant'Egidio tiene aperte le porte di una casa per quelli che non ne hanno una. Si tratta della chiesa di San Calisto a Trastevere, dove, osservando tutti i protocolli necessari per contenere il virus, tante persone senza dimora trovano accoglienza, il calore e la sicurezza di una casa. E poi l’impegno a fianco degli anziani con telefonate e consegna gratuita della spesa. E ancora la preghiera ogni sera sul sito e sui profili social della comunità. Consegnare a domicilio la spesa agli anziani della città di Asti è invece il servizio organizzato dal Comune in collaborazione con il Servizio di Pastorale Giovanile diocesana.