Roma , giovedì, 12. marzo, 2020 17:00 (ACI Stampa).
La Chiesa italiana una “Chiesa di terra e di cielo”, che “c’è, è presente” anche nell’emergenza coronavirus, e i cui sacerdoti “celebrano continuamente per il popolo”, anche se in forma privata, perché ogni manifestazione pubblica è stata vietata dal governo e la Chiesa ha deciso, per senso di responsabilità, di seguire le direttive del governo. Lo spiega la Conferenza Episcopale Italiana, in una nota della presidenza diffusa oggi.
Nella nota, la presidenza CEI sottolinea la “situazione gravissima sul piano sanitario”, ma anche “economico”, sostiene le comunicazioni del governo che “rappresentano uno sforzo di incoraggiamento, all’interno di un quadro di onesto realismo, con cui si chiede ad ogni cittadino un supplemento di responsabilità”, e si unisce al Papa nel pregare per le autorità che devono “prendere decisioni difficili”.
“La Chiesa c’è, è presente”, sottolinea la presidenza della CEI. Lo fa con vescovi e sacerdoti che condividono “le preoccupazioni e le sofferenze di tutta la popolazione”, e lo fa con la preghiera, come “il Rosario in famiglia promosso nel giorno di San Giuseppe”, ma anche con le continue preghiere e messe diffuse via tv, radio, piattaforme digitali, mezzi che “rivelano potenzialità straordinarie nel sostenere la fede del popolo di Dio”.
La Chiesa è presente anche “nella carità”, e la presidenza CEI si dice edificata “da tanti volontari delle Caritas, delle parrocchie, dei gruppi, delle associazioni giovanili, delle Misericordie, delle Confraternite… che si adoperano per sollevare e aiutare i più fragili”.
Per la presidenza CEI, questa stagione va vista con “fiducia, speranza e carità”, con le quali affrontare anche “la condivisione delle limitazioni”, perché “a ciascuno, in particolare, viene chiesto di avere la massima attenzione, perché un’eventuale sua imprudenza nell’osservare le misure sanitarie potrebbe danneggiare altre persone”.