Città del Vaticano , mercoledì, 11. marzo, 2020 14:00 (ACI Stampa).
La solidarietà internazionale, certo. Il sostegno della carità, sicuramente. Ma il Cardinale Peter Turkson, prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, chiede ai credenti di andare oltre e guardare anche al significato profondo della nostra fede, in un tempo di epidemia.
Scrive il Cardinale in un messaggio: “All’inizio di questo itinerario quaresimale per molti privo di alcuni segni liturgici comunitari come la celebrazione dell’eucaristia, siamo chiamati a un cammino ancora più radicato su ciò che sostiene la vita spirituale: la preghiera, il digiuno e la carità”.
Il dicastero guidato dal Cardinale Turkson è quello predisposto dalla Santa Sede a distribuire gli aiuti, e ha anche assorbito il Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari. Lo stesso Cardinale Turkson è stato inviato di Papa Francesco in Africa nei tempi dell’epidemia dell’Ebola.
Il cardinale ricorda che “stiamo vivendo giorni di forte preoccupazione e crescente inquietudine, giorni in cui la fragilità umana e la vulnerabilità della presunta sicurezza nella tecnica sono insidiate a livello mondiale dal Coronavirus (COVID-19), davanti al quale si stanno piegando tutte le attività più significative, come l’economia, l’imprenditoria, il lavoro, i viaggi, il turismo, lo sport e perfino il culto, e il suo contagio limita notevolmente anche la libertà di spazio e di movimento”.
Il dicastero si unisce alla voce del Papa nel sottolineare la vicinanza della Chiesa a quanti sono colpiti dal virus e a quanti si stanno impegnando a combatterlo, e “pensando particolarmente ai paesi più interessati dal contagio, ci uniamo, ricordandoli nella nostra preghiera, al lavoro delle Autorità civili, dei volontari e di quanti sono impegnati a fermare il contagio e a scongiurare il rischio per la salute pubblica e la crescente paura che tale dilagante epidemia sta generando”.