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Anche il Vaticano nella lotta al coronavirus

Anche il Vaticano in prima linea nelle misure di contenimento del Coronavirus. Questa mattina una positività al COVID-19 riscontrata ieri in un paziente in Vaticano

Piazza San Pietro |  | Daniel Ibanez / ACI group Piazza San Pietro | | Daniel Ibanez / ACI group
"Questa mattina sono stati temporaneamente sospesi tutti i servizi ambulatoriali della Direzione Sanità e Igiene dello Stato della Città del Vaticano per poter sanificare gli ambienti a seguito di una positività al COVID-19 riscontrata ieri in un paziente. Rimane però in funzione il presidio di Pronto Soccorso. La Direzione Sanità e Igiene sta provvedendo ad informare le competenti autorità italiane e nel frattempo sono stati avviati i protocolli sanitari previsti." C'è il primo paziente positivo al Coronavirus anche nello Stato della Città del Vaticano e a comunicarlo è ufficialmente il Direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Matteo Bruni.
"Relativamente all’attività del Santo Padre, della Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano dei prossimi giorni, sono allo studio misure volte ad evitare la diffusione del covid-19, da implementare in coordinamento con quelle adottate dalle autorità italiane.” Lo afferma il direttore della Sala Stampa della Santa Sede Matteo Bruni in un comunicato diffuso ai giornalisti di tutto il mondo.
Anche il Vaticano dunque in prima linea nelle misure di contenimento del Coronavirus. Già da giorni la zona intorno a San Pietro è semideserta, pochissimi i fedeli e turisti. Le visite sono calate del 90 per cento.
La Santa Sede ha escluso timori di contagio da Coronavirus per Papa Francesco: "Il raffreddore diagnosticato al Santo Padre nei giorni scorsi sta facendo il suo corso, senza sintomi riconducibili ad altre patologie", aveva scritto Bruni qualche giorno fa.
Nello Stato della Città del Vaticano sono state diffuse le norme di contenimento dell'infezione. Alcune di queste come sospendere le riunioni ed eventi sociali in cui è coinvolto personale sanitario o personale

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incaricato dello svolgimento di servizi pubblici essenziali o di pubblica utilità; è fatto divieto agli accompagnatori dei pazienti di permanere nelle sale di attesa del servizio di Guardia Medica dello Stato della Città del Vaticano, salvo specifiche indicazioni del personale sanitario preposto;i residenti all’interno dello Stato della Città del Vaticano, in caso di comparsa di sintomatologia simil-influenzale (tosse secca, raffreddore, mal di gola, febbre, difficoltà respiratoria) sono invitati a contattare il Servizio di Guardia Medica della (DSI) del Governatorato oppure la Sala Operativa dei Servizi di Sicurezza e Protezione Civile per programmare una visita domiciliare da parte di un Medico della DSI, evitando di recarsi direttamente presso gli ambulatori della DSI". "La DSI del Governatorato è comunque a completa disposizione per informazioni e consigli sulla
infezione COVID-19 in corso", ribadiscono le norme.
Alle luce delle norme governative altre diocesi italiane si adeguano alle disposizioni. I vescovi toscani, “mentre prendono atto della possibilità di celebrare la Santa Messa, come di promuovere gli appuntamenti di preghiera che caratterizzano il tempo della Quaresima”, “in una prospettiva prudenziale, in quanto nella regione al momento la situazione sanitaria non sembra presentare quei caratteri di gravità che si riscontrano in altri territori, dispongono, fino a quando rimarrà in vigore il decreto governativo, le seguenti specifiche misure precauzionali, che si aggiungono a quelle indicate nei giorni scorsi, che parroci, operatori pastorali e fedeli sono invitati a rispettare scrupolosamente: i riti liturgici siano celebrati attenendosi a quanto specificano le disposizioni governative circa la distanza tra le persone presenti, al fine di evitare l’affollamento , prendendo gli opportuni provvedimenti perché questo sia possibile”. Queste disposizioni si aggiungono a quelle date giorni fa ai parroci delle chiese toscane: tenere vuote le acquasantiere; omettere il gesto dello scambio della pace nelle celebrazioni liturgiche; distribuire la Santa Comunione esclusivamente sulla mano; prendere precauzioni durante le confessioni auricolari e in contesti di contatti personali.
Da parte sua l’Arcivescovo di Firenze, il cardinale Giuseppe Betori, annuncia che ha deciso di interrompere la visita pastorale nelle parrocchie del Vicaria di Antella-Ripoli-Impruneta, secondo il calendario che la prevedeva da qui a metà giugno, ed auspica di poterla riprendere, se non prima, a settembre.
A Caltagirone le disposizioni di Monsignor Calogero Peri, contengono un invito a “restare uniti nella preghiera” e a “rinnovare la nostra fiducia nel Signore”.
“A eccezione della celebrazione eucaristica, siano sospese fino al 3 aprile tutte le attività, le manifestazioni e le iniziative locali e diocesane con concorso di popolo”. Lo dispone invece il cardinale Francesco Montenegro, arcivescovo di Agrigento, nel testo sulle misure di prevenzione per la diocesi legate all’emergenza sanitaria Coronavirus.
L’arcivescovo di Messina-Lipari-S. Lucia del Mela, Monsignor Giovanni Accolla, dispone che fino al 3 aprile “a eccezione della celebrazione eucaristica, siano sospese tutte le attività, le manifestazioni e le iniziative locali e diocesane con concorso di popolo (catechesi, processioni, convocazioni, raduni, attività oratoriali, sportive e simili); le visite agli ammalati siano ridotte ai soli casi dell’Unzione degli infermi e del Viatico e si promuova la pia pratica della comunione spirituale; per la celebrazione delle esequie si usi la massima prudenza, evitando le condoglianze non solo dentro la chiesa, ma anche negli spazi di pertinenza della parrocchia; il sacramento della penitenza venga celebrato nella forma individuale con le dovute attenzioni”.

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