Magonza , giovedì, 5. marzo, 2020 14:00 (ACI Stampa).
«Un deciso sostenitore del cammino sinodale», così definisce il quotidiano Frankfurter Allgemeine, monsignor Georg Bätzing, dal 2016 vescovo di Limburg e, da martedì scorso e per i prossimi sei anni, successore del cardinale Reinhard Marx alla guida della Conferenza Episcopale Tedesca (CET).
La sua elezione a presidente è maturata nel corso dell´assemblea plenaria di inizio anno dei presuli tedeschi a Magonza, che si chiude oggi. Il cinquantottenne Bätzing è stato eletto alla guida delle venti diocesi e delle sette arcidiocesi tedesche, superando nella votazione ben tre concorrenti: Ludwig Schick, arcivescovo di Bamberga; Franz-Josef Overbeck, vescovo di Essen; e Stephan Ackerman, vescovo di Treviri.
Alla fine dello scorso gennaio, a Francoforte, proprio nella sua diocesi, monsignor Bätzing è stato padrone di casa della prima riunione del cammino sinodale, un percorso di riforme della Chiesa tedesca, deciso un anno fa dalla CET, per dare risposta alla crisi di credibilità conseguita allo scandalo degli abusi sessuali di minori nelle diocesi tedesche: quasi 4.000 casi, certificati dal 1946 al 2014. In effetti, come sottolinea il titolo della Frankfurter Allgemeine, il nuovo presidente della CET - che presiede uno dei quattro forum tematici del cammino, dedicato alla “Vita nelle relazioni felici - Vivere l´amore nella sessualità e nei rapporti” - si è già espresso favorevolmente su molti dei temi di discussione del cammino sinodale.
Bätzing è tutt´altro che contrario ad una riforma del celibato. «Io credo che non faccia male alla Chiesa, che i sacerdoti siano liberi di scegliere se vogliono vivere con o senza matrimonio», ha detto in un´intervista alla ZDF monsignor Bätzing, aggiungendo però di voler salvare la forma celibataria del sacerdozio, «che per me è molto importante, poiché Gesù ha vissuto così».
È contrario all´esclusione delle donne dagli incarichi ecclesiali per cui è necessaria un´ordinazione (diaconato, sacerdozio ed episcopato). Esclusione che giudica «ingiusta e inopportuna, dal momento che viviamo già in un ambiente sociale, dove uomini e donne sono equiparati nei diritti». Anche se non si esprime sulla ordinazione sacerdotale per le donne, il nuovo presidente della CET crede che la questione del ruolo delle donne nella Chiesa sia «la più urgente questione aperta verso il futuro che abbiamo».