Città del Vaticano , venerdì, 6. marzo, 2020 15:00 (ACI Stampa).
Il venerdì della prima settimana di Quaresima il pellegrinaggio stazionale si ferma alla basilica dei Santi XII Appstoli. Anticamante era anche un giorno legato alla preparazione degli ordinandi, gli “scrutini”. E per questo servivano chiese spaziose. Così come è appunto Santi XII Apostoli.
I fedeli arrivano per pregare sulle tombe degli Apostoli Filippo e Giacomo e sui sepolcri dei numerosi Martiri, che qui, nella vasta e suggestiva cripta che sembra una catacomba, " in pace sepulta sunt".
La chiesa nasce forse come ex voto dopo le guere gotiche e forse la più antica origne risale al IV secolo e a Giulio I.
Era riccamente ornata di mosaici e immagini. Papa Adriano I, in una lettera a Carlo Magno la cita come esempio dimostrativo e che gli antichi onoravano così le immagini dei Santi. Un grande terremoto del 1348 la danneggiò notevolmente, i Papi erano ad Avignone finché Martino V, Oddone Colonna, eletto al Concilio di Costanza nel 1417, la restaurò.
Oggi quello che colpisce immediatamente è il quattrocentesco portico a nove arcate di Baccio Pintelli, che lo divide dalla facciata commissionata al Valadier dai Torlonia. L’opera di Canova è il Clemente XIV, opera completata unitamente al sommo incisore Volpato.