Città del Vaticano , martedì, 18. febbraio, 2020 16:00 (ACI Stampa).
Di Raffaello c’è molto in Vaticano. L’urbinate era un degli artisti più amato dai Pontefici e l’anniversario dei 500 anni della sua morte ovviamente sono una grande occasione per i Musei Vaticani non solo per mettere in evidenza le opere sempre esposte, ma anche per dare al pubblico la occasione di vedere opere poco conosciute.
Uno dei luoghi scelti è la Cappella Sistina che per un certo periodo torna al classico allestimento con degli arazzi e saranno quelli degli Atti degli Apostoli realizzati su proprio su cartoni di Raffaello. Arazzi che neanche il grande artista vide ultimati. Fu Papa Leone X ad incaricare nel 1515 Raffaello di realizzare i cartoni preparatori per una serie di arazzi destinati a rivestire la zona inferiore delle pareti affrescate a finti tendaggi.
I cartoni di Raffaello furono inviati Bruxelles per la realizzazione degli arazzi nella bottega del tessitore Pieter van Aelst. I dieci arazzi giunsero in Vaticano fra il 1519 e il 1521.
“Pochi mesi prima della prematura ed improvvisa scomparsa dell’artista – il 26 dicembre 1519 – per la festività di Santo Stefano, i primi sette arazzi della serie vennero esposti alla presenza del suo illustre committente. Il cerimoniere della Cappella Papale, Paris de Grassis, annotava che “a universale giudizio non si era mai visto niente di più bello al mondo:ut fuit universale juditium, sunt res qua non est aliquid in orbe nunc pulchrius.”
Gli arazzi quindi tornano sulle pareti della Sistina come si usava un tempo durante le solenni liturgie per l’intera settimana dal 17 al 23 febbraio.
L’elenco delle opere vaticane di Raffaello Sanzio del resto è lungo. Dalle mitiche Stanze di Papa Giulio II, all Pala Oddi, la delicata Madonna di Foligno e laTrasfigurazione, ultima opera dell’artista. E poi ancora la predella della Pala Baglioni raffigurante le Virtù Teologali Fede, Speranza e Carità e le celeberrime Logge del Palazzo Apostolico.