Roma , venerdì, 14. febbraio, 2020 16:00 (ACI Stampa).
I santi come segni di unità. Le iniziative culturali in comune. L’impegno per i cristiani perseguitati. Quattro anni dopo lo storico incontro dell’Avana tra Papa Francesco e il Patriarca Kirill, continua il dialogo tra il Patriarcato di Mosca e la Chiesa cattolica. Quest’anno, l’anniversario dell’incontro dell’Avana è stato celebrato a Roma, in una conferenza, sui “Santi, semi e segni di unità”. Ma l’evento è stata anche l’occasione di un incontro del Gruppo misto di lavoro per il coordinamento di progetti culturali e sociali tra la Santa Sede e la Chiesa ortodossa russa. E, con l’occasione, il metropolita Hilarion, a capo del Dipartimento di Relazioni Esterne di Mosca, ha anche incontrato Papa Francesco il 13 febbraio.
Si è trattato, insomma, di una due giorni ecumenica di particolare importanza. Il primo evento è stato l’incontro del Gruppo misto di lavoro per il coordinamento di progetti culturali e sociali tra la Santa Sede e la Chiesa ortodossa russa.
Il gruppo è stato costituito nel 2015, e ha discusso l’attuazione di nuovi progetti da realizzare a livello culturale e sociale nel 2020-2021, inclusi dei progetti umanitari in Medio Oriente.
L’incontro si è tenuto nella sede del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, e il Cardinale Kurt Koch, co-presidente del gruppo misto di lavoro, ha dato il benvenuto alla delegazione guidata dal metropolita Hilarion e ha poi aperto una riflessione sul lavoro intrapreso fino ad oggi, con una particolare menzione per gli “scambi” di giovani sacerdoti.
Nel pomeriggio del 12 febbraio, la conferenza all’Angelicum su “I santi, semi e segni di unità”, che prendeva le mosse proprio da una parte del documento dell’Avana in cui veniva sottolineato che “Chiesa ortodossa e Chiesa cattolica condividono la comune tradizione spirituale del primo millennio del Cristianesimo”.