Abu Dhabi , venerdì, 7. febbraio, 2020 9:00 (ACI Stampa).
Un codice etico per i comunicatori, alla luce del documento sulla Fraternità Umana firmato ad Abu Dhabi da Papa Francesco e il Grande Imam di al Azhar Ahmed al Tayyb: lo ha lanciato ad Abu Dhabi il comitato per l’implementazione della dichiarazione nel corso del Congresso “Media arabi per la fraternità umana”.
Il congresso è stato promosso dal governo degli Emirati Arabi Uniti, che dopo aver stabilito l’anno della tolleranza ed aver ospitato il lancio del documento della fraternità umana ora si candidano ad essere in prima linea nella creazione di una nuova narrativa mediatica, più tollerante e rispettosa di tutte le religioni.
Anche per questo, ha partecipato ai lavori anche Paolo Ruffini, prefetto del dicastero vaticano della Comunicazione, il quale ha rilanciato la necessità “di rinnovare un impegno e una promessa reciproca” ad essere “strumenti di pace, anche nel modo di comunicare”.
Per Ruffini, la comunicazione ha un ruolo centrale nel “costruire la fratellanza universale”, ma può anche essere “la via per continuare ad alimentare gli equivoci, i risentimenti, le inimicizie, che hanno sin qui purtroppo aggrovigliato il nostro presente e il nostro futuro”.
L’assunzione di responsabilità, ha sottolineato il Prefetto, viene dallo stesso documento di Abu Dhabi. Ruffini sottolinea che “ci sono migliaia di storie di bene che hanno bisogno di essere raccontate”, come quelle riguardanti “la difesa della libertà di culto e della libertà religiosa; la difesa del concetto di cittadinanza come eguaglianza di doveri e diritti, dell’uomo e della donna, degli adulti e dei bambini, degli anziani”.