Varsavia , giovedì, 6. febbraio, 2020 17:00 (ACI Stampa).
"I venti sette anni del pontificato di Papa Giovanni Paolo II hanno un’importanza fondamentale per la Chiesa e il mondo, sia nel contesto del suo insegnamento che nel contesto dell’impatto sociale".
Lo ha scritto l’arcivescovo Stanisław Gądecki, Presidente della Conferenza Episcopale Polacca e vicepresidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa (CCEE), in una lettera indirizzata ai presidenti degli Episcopati del mondo con una richiesta di sostegno all’iniziativa di proclamare San Giovanni Paolo II dottore della Chiesa. Inoltre, l’arcivecovo Gądecki ha chiesto i presidenti degli Episcopati europei di sostenere l’iniziativa di proclamare il Papa polacco compatrono d’Europa.
Nel 2019, il presidente dell’episcopato polacco si è rivolto a nome della Chiesa, che è in Polonia, a nome dei fedeli e pastori, a Papa Francesco con una richiesta di proclamare San Giovanni Paolo II dottore della Chiesa e compatrono d’Europa.
Il Presidente dell’Episcopato polacco ha sottolineato nella lettera ai presidenti degli episcopati del mondo che nei tempi recenti nessuno ha fatto tanto per l’Europa quanto Giovanni Paolo II. L’arcivescovo Gądecki ha sottolineato che in una certa misura papa Wojtyła riportò all’Europa la sua parte dimenticata dall’altro lato della “cortina di ferro”. “Cinquant’anni di dominio sovietico in Europa centrale e quella orientale fece sì che fino a poco tempo fa, nella mentalità di molte persone, l’Europa fosse solo la Germania, Francia, Gran Bretagna, Italia e paesi scandinavi. Possiamo dire che Giovanni Paolo II “estrasse mezza Europa dalla non esistenza” – un grande e meraviglioso patrimonio, con le stesse radici culturali, radici cristiane” – leggiamo nella lettera.
Nella sua lettera il Presidente dell’Episcopato polacco ha notato che papa Giovanni Paolo II ricordò costantemente alle nazioni europee delle loro radici, cioè della legge romana, della filosofia greca e dell’assiologia giudeo-cristiana. “Il Papa polacco sapeva che l’attuale crisi culturale era un potente richiamo storico per un saggio ritorno al comune patrimonio storico, ossia al cristianesimo. A questo proposito, il santo Papa è diventato un vero insegnante e dottore della Chiesa, e al tempo stesso un importante guardiano dei valori europei che costituiscono il fondamento irremovibile della civiltà moderna” – ha sottolineato.