Città del Vaticano , domenica, 30. agosto, 2015 9:00 (ACI Stampa).
Con la visita in Vaticano di Reuven Rivlin, presidente israeliano il prossimo 3 settembre riprende per il Papa la attività pubblica. Sarà un incontro importante quello tra il Papa e il presidente che vede in agenda diversi temi. Papa Francesco aveva stretto un rapporto particolare con il presidente Peres, aveva piantato con lui un olivo e pregato per la pace in Vaticano insieme al presidente palestinese. Ma Peres era a fine mandato.
Reuven Rivlin è presidente da poco più di un anno ed è un esponente del Likud, la sua visione politica è differente da quella del suo predecessore ed è contrario al principio dei due stati che invece trova un grande sostegno in Vaticano.
Rivlin conosce bene il ruolo istituzionale che ricopre e in una intervista poco prima di essere eletto disse: “Il Presidente è il volto dello Stato di Israele nel mondo, non il rappresentante di una specifica ideologia, ma della creatività collettiva e della storia del popolo ebraico”.
E proprio seguendo questa idea qualche giorno fa si è recato a Tabga nella Chiesa vandalizzata nel giugno scorso. “Israele, come Stato ebraico e democratico- ha detto- tiene alle sua responsabilità di proteggere la libertà e la sicurezza di tutte le fedi”.
Reuven Rivlin ha incontrato i rappresentanti delle comunità cristiane nella valle del Giordano e ha visitato la chiesa della Moltiplicazione dei pani a Tabga, sulle rive del lago di Tiberiade, incendiata a giugno scorso in un’azione attribuita a estremisti ebrei. A Tabga, Rivlin ha incontrato il nunzio apostolico in Israele, Giuseppe Lazzarotto, l’abate Gregory Collins, responsabile del sito, e l’incaricato d’affari tedesco, Monika Iwersen. “Siamo qui oggi - ha detto - per chiarire che non c’è una guerra religiosa in Terra Santa”. Gli ultimi episodi di violenza “sono attacchi di fondamentalisti contro l’intera società; sono attacchi di persone che cercano la guerra e la distruzione contro persone che vogliono vivere in pace”.