Roma , giovedì, 23. gennaio, 2020 18:00 (ACI Stampa).
È la sfida della cultura la sfida più grande per i Salesiani oggi. Una sfida che si definisce in tre domande: come operare un dialogo con un mondo che va in strade diverse da quella cattolica, come fornire servizi pubblici di qualità, come formare politici di qualità. Una vocazione che viene delineata dal Rettor Maggiore dei Salesiani Angel Fernandez Artime, parlando con ACI Stampa al termine della conferenza stampa di presentazione del capitolo dei figli di don Bosco.
“Una scelta prioritaria – ha spiegato padre Fernandez – è stata quella di andare lì nei posti di missionarietà, e in particolare verso i popoli indigeni che non sono priorità per nessuno. Siamo presenti in Amazzonia presso 63 popoli nativi. Non abbiamo lasciato nessun posto e siamo andati in altri”.
Un esempio, spiega padre Fernandez, è l’università di Campo Grande in Brasile, costruita proprio per andare incontro al popolo Xavante. E ce ne sono 100 di giovani indigeni che studiano a Campo Grande, gratuitamente.
Spiega Padre Fernandez che “la prima grande sfida è l’educazione, perché sono tanti che non arrivano ad avere una formazione elementare. Quindi, il secondo passo è quello di una formazione di qualità: abbiamo 92 istituzioni universitarie, con una media di studenti che va dalle 18 alle 25 mila unità, perché c’è bisogno “di spazi e strutture da cui far partire un dialogo con il mondo che va in altre strade”.
Al termine di sei anni da Rettor Maggiore, padre Fernandez sottolinea che la congregazione è in buona salute, e che si sono fatte anche “scelte molto coraggiose, pensando a delle scuole per i più poveri. Abbiamo deciso che, quando si apre una istituzione universitaria nei posti di missione (India, America, Africa) ci deve essere sempre un 25 per cento di studenti che studiano gratuitamente. È la quarta parte che va ai più poveri, per permettere loro di formarsi e lavorare”.