Il capitolo generale andrà ad eleggere anche il nuovo superiore generale, insieme ai suoi sei consiglieri e all’amministratore generale. Il nuovo direttore generale di Regnum Christi sarà parte del collegio direttivo generale del Regnum Christi, insieme ai direttori generali delle Consacrate e dei Laici Consacrati della stessa associazione, con due laici che hanno un voto consultivo. Consacrate e laici consacrati stanno celebrando queste settimane a Roma le loro rispettive assemblee generali e eleggeranno i loro nuovi governi.
Definendo le sfide dei prossimi anni, i Legionari di Cristo terminano così la transizione del primo governo secondo i nuovi Statuti, in un percorso di rinnovamento che li ha visti anche celebrare uno speciale Giubileo nel 2015.
Nel corso di questi anni, i Legionari di Cristo hanno sperimentato un profondo rinnovamento, che ha portato – il 14 ottobre 2014 – alla promulgazione dei nuovi Statuti, annunciati ufficialmente a tutti i membri della Legione nella festa di Tutti i Santi dello scorso anno. Si trattava del sesto “testo costituzionale” della Legione, dopo le edizioni del 1948, 1965, 1970, 1983 e 1994.
Queste ultime sono state soggette al lavoro certosino della commissione stabilita il 5 dicembre 2010 dal Cardinale Velasio de Paolis, che il Papa aveva nominato delegato pontificio della Legione di Cristo. La nomina di de Paolis era parte del processo di rinnovamento che era cominciato sotto Benedetto XVI.
ra i primi provvedimenti di Benedetto XVI, c’era stato quello riguardante Marcial Maciel, il fondatore dei Legionari di Cristo, che viveva una doppia vita, aveva abusato di seminaristi, avuto relazioni con donne e avuto almeno una figlia riconosciuta. Una doppia vita continuamente denunciata nel corso degli anni.
La Congregazione della Dottrina della Fede era stata finalmente in grado di aprire una indagine sulla Legione all’inizio del 2003, che poi Benedetto XVI ha portato avanti con forza.
Nel 2006, la Congregazione per la Dottrina della Fede, con l’approvazione del Papa, aveva imposto a Maciel una “vita ritirata di preghiera e penitenza, rinunciando ad ogni forma di ministero publico”, sebbene avesse deciso di non sottoporlo a processo canonico a causa della sue età avanzata.
Poi, una visita apostolica, e quindi la nomina nel 2010 del Cardinal Velasio de Paolis come delegato pontificio, per un processo di rinnovamento di tre anni che si è concluso nel 2013 e che ha avuto il suo culmine con la promulgazione degli Statuti nel 2014.
Ma il cammino di purificazione ha avuto una tappa importante anche lo scorso dicembre, quando un rapporto ufficiale della Legione ha ammesso che nella Congregazione ci sono stati 175 casi di abusi sessuali su persone minorenni e vulnerabili dal 1941 (anno della fondazione) al 16 dicembre 2019. Tra questi, sessanta casi di abuso sessuale attribuite al fondatore Marcial Maciel.
Secondo il rapporto, i sacerdoti responsabili di abusi sono 33, e i ragazzi vittime degli abusi avevano tra gli 11 e i 16 anni. Escludendo gli abusi di Maciel, si sa che 2 sacerdoti sono stati coinvolti in abusi virtuali, 4 hanno abusato della vittima una sola volta, 9 hanno abusato numerose volte una sola vittima, 11 hanno abusato da 2 a 5 vittime, 5 da 6 a 10 vittime e 1 sacerdote, rimosso, ha abusato di 13 vittime.
Dei 33 sacerdoti responsabili di abusi, 14 erano autorità della Congregazione al momento dei loro crimini, e in molti casi gli abusi sessuali erano mescolati ad abusi di potere. Sei di questi sacerdoti sono morti, 8 non sono più sacerdoti, 1 ha lasciato la congregazione, 18 sono membri della Congregazioni in posizioni secondarie, lontane da bambini e ragazzi, 14 non hanno nessun ministero pubblico limitato sotto controllo. Solo uno di questi 33 sacerdoti è andato a giudizio con sentenza definitiva, mentre un altro è sotto processo, sei sono deceduti senza andare a processo, gli altri non sono stati mai processati, a volte a causa della intervenuta prescrizione.
Il rapporto ci tiene anche a specificare che i Legionari autori di abusi sono solo il 2,44 per cento dei 1.353 sacerdoti ordinati nei 78 anni di vita dell’Istituto.
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I seminari minori sono stati i luoghi privilegiati degli abusi. Sono stati frequentati da almeno 10 mila ragazzi, e 65 minori furono abusati lì da parte di 15 sacerdoti, mentre altri 90 furono abusati da seminaristi, 46 dei quali divennero poi sacerdoti.
Nel rapporto, in discussione durante questo capitolo generale, i Legionari chiedono “perdono alle vittime, alle loro famiglie e alla società, per il grave danno che membri della nostra Congregazione hanno causato. Riconosciamo con onestà e vergogna la realtà dei reati di abuso sessuale su minori nella nostra storia" e rinnoviamo "il desiderio di una continua conversione personale e istituzionale".