Caltagirone , sabato, 18. gennaio, 2020 19:10 (ACI Stampa).
Il 18 gennaio 1919, don Luigi Sturzo diffondeva l’Appello ai Liberi e Forti, il manifesto politico che segnò la fine dell’assenza cattolica dalla scena politica dopo il non expedit e diede le linee guida di quello che doveva essere l’impegno dei cattolici in politica. E quell’impegno politico di don Sturzo, sottolinea il Cardinale Angelo Becciu, “ricorda ancora oggi che i cristiani devono sentire il dovere di partecipare attivamente alla vita della comunità, impegnandosi anche in politica”.
Il prefetto della Congregazione della Cause dei Santi ha concluso l’Anno Sturziano. Un anno lanciato dalla diocesi di Caltagirone, città da cui proveniva il Servo di Dio Luigi Sturzo, proprio per celebrare il centenario dell’Appello ai Liberi e Forti e andare ad approfondire la figura del dinamico sacerdote siciliano, la cui causa di beatificazione è in corso: la fase diocesana è terminata già nel novembre del 2017.
Il Cardinale Becciu spiega prima di tutto il senso della santità, sottolinea che “tutti noi battezzati siamo chiamati a santificarci in ogni condizione di vita, anteponendo la volontà di Dio alla propria”, perché “la santità dà senso pieno alla vita di ogni uomo”.
Il Cardinale ha poi ricordato come don Sturzo abbia individuato “nell’impegno sociale dei cattolici il punto di gravità di una rinnovata partecipazione dei cattolici alla vita del Paese”, che lo portò ad impegnarsi per un programma sociale popolare e di stampo democratico cristiano.
E fu sempre don Sturzo, racconta il Cardinale Becciu, a prodigarsi generosamente per “testimoniare nella società del suo tempo il Vangelo della giustizia e della speranza”, senza mai dimenticarsi di “essere sacerdote, quindi portatore di un messaggio intramontabile che supera spazi, confini e tempi”.