Città del Vaticano , mercoledì, 26. agosto, 2015 10:45 (ACI Stampa).
La famiglia scuola di preghiera. Papa Francesco continua il suo ciclo di catechesi sulla famiglia, e si sofferma sul tempo della famiglia. Un tempo sconnesso, pieno, impegnato. Nel quale i genitori però sono chiamati anche a trovare il respiro della preghiera, a farne una parte quotidiana della giornata.
Oggi è l'udienza numero 100, secondo i dati della Casa Pontificia, e ci sono circa 10 mila presenze in piazza San Pietro. Il passo del Vangelo è quello di Marta e Maria, che racconta del valore dell’ospitalità, ma soprattutto della “parte migliore”, quella dell’ascolto della parola di Gesù. Per Papa Francesco è l’occasione di esortare le famiglie anche ad una sana pietà popolare. “C’è una cosa - dice - che ho molto a cuore: ci sono bambini che non hanno imparato a fare il segno della croce. Ma tu, mamma, papà, insegna il bambino a pregare, a fare il segno della croce. È un compito bello delle mamme e dei papà.”
E ancora: “È bello quando i genitori insegnano a mandare un bacio a Gesù o alla Madonna, in quel momento il luogo dei bambini si trasforma in preghiera. Lo Spirito Santo ha quel suo modo speciale di dire nei nostri cuori ‘Padre,’ proprio come lo diceva. Non lo possiamo mai trovare da soli.”
Perché – aggiunge il Papa - “possiamo moltiplicare le nostre parole, come fanno i pagani, o scrivere i nostri riti, come fanno i farisei. Ma un cuore abitato dall’affetto per Dio fa diventare preghiera anche un pensiero senza parole o un’invocazione davanti a una immagine sacra o un bacio mandato verso la Chiesa.”
È l’invito a fare di ogni attimo della giornata u momento di preghiera. “Spesso sentiamo dire: mi manca il tempo per pregare. Il dispiacere è sincero perché il cuore umano cerca sempre la preghiera, anche senza saperlo, e se non la trova non ha pace. Ma si deve coltivare un amore caldo per Dio, un amore affettivo. Va bene credere in Dio con tutto il cuore, va bene sperare che ci aiuti nelle difficoltà, va bene sentirsi in dovere di ringraziarlo. Ma vogliamo anche un po’ di bene al Signore? Il pensiero di Dio ci commuove? Ci stupisce? Ci intenerisce?”