Città del Vaticano , martedì, 31. dicembre, 2019 17:30 (ACI Stampa).
“E il Signore cosa chiede alla Chiesa di Roma? Ci affida la sua Parola e ci spinge a buttarci nella mischia, a coinvolgerci nell’incontro e nella relazione con gli abitanti della città perché “il suo messaggio corra veloce”. Siamo chiamati a incontrare gli altri e metterci in ascolto della loro esistenza, del loro grido di aiuto. L’ascolto è già un atto d’amore!”
Papa Francesco lo ha ripetuto oggi nella meditazione al termine della liturgia dei Primi Vespri della Solennità della Madre di Dio con la preghiera del Te deum che segna la fine dell’anno civile. Nella Basilica vaticana il Papa ha ricordato: “La decisione di Dio è chiara: per rivelare il suo amore Egli sceglie la città piccola e la città disprezzata, e quando raggiunge Gerusalemme si unisce al popolo dei peccatori e degli scartati. Nessuno degli abitanti della città si rende conto che il Figlio di Dio fatto uomo sta camminando per le sue strade, probabilmente neppure i suoi discepoli, i quali comprenderanno pienamente solo con la risurrezione il Mistero presente in Gesù”.
Dalla croce però “la potenza di Dio attirerà tutti a sé. E anche la Madre di Dio, che sotto la croce è l’Addolorata, sta per estendere a tutti gli uomini la sua maternità. La Madre di Dio è la Madre della Chiesa e la sua tenerezza materna raggiunge tutti gli uomini”.
Dio non si è mai allontanato “siamo noi che dobbiamo chiedere a Dio la grazia di occhi nuovi, capaci di «uno sguardo contemplativo, ossia uno sguardo di fede che scopra Dio che abita nelle sue case, nelle sue strade, nelle sue piazze»”.
E quando “vuole fare nuove tutte le cose per mezzo del suo Figlio, non comincia dal tempio, ma dal grembo di una donna piccola e povera del suo Popolo. È straordinaria questa scelta di Dio! Non cambia la storia attraverso gli uomini potenti delle istituzioni civili e religiose, ma a partire dalle donne della periferia dell’impero, come Maria, e dai loro grembi sterili, come quello di Elisabetta”.